giovedì 28 aprile 2016
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ROMA Chiunque sia privato delle libertà personali ora ha un 'difensore civico' su cui contare. Persone detenute, sottoposte a fermo di polizia, a trattamento sanitario obbligatorio, a detenzione amministrativa in vista di una espulsione. È il campo d’azione dell’organismo, creato dall’Italia su richiesta dell’Onu. Il Garante nazionale per i detenuti, istituito adempiendo a un obbligo imposto dalle Nazioni unite, d’ora in avanti dovrà monitorare anche con visite a sorpresa e colloqui i diritti delle persone private - a vario titolo - della libertà, vigilare sulle procedure di rimpatrio forzato dei migranti, collaborare con la magistratura di sorveglianza. A presentare l’istituzione è il neopresidente Mauro Palma, già fondatore di Antigone e presidente del Comitato europeo per la prevenzione della tortura. Lo affiancano l’avvocato Emilia Rossi e la giornalista Daniela de Robert, da anni attiva nel volontariato penitenziario. Istituito con legge nel febbraio del 2014, ma entrato in funzione solo a marzo scorso, l’ufficio del Garante ha già raccolto circa cinquanta segnalazioni da detenuti, compiendo le prime visite in diverse carceri: Oristano, Padova, Venezia, Catanzaro e Reggio Calabria. Attenzione particolare sarà data al controllo delle operazioni di rimpatrio dei migranti che verranno seguiti fino al luogo di destinazione. Il Garante può accedere senza autorizzazione e preavviso nelle carceri e ha diritto di colloquio riservato con qualunque persona privata della libertà, senza testimoni, anche in regime di 41 bis. «Avremo una funzione cooperativa con chi amministra la difficile funzione di custodire altre persone – precisa però Mauro Palma – quindi il Garante ha anche un compito di tutela delle condizioni lavorative di chi opera nel sistema», cioè la polizia penitenziaria. «Il nostro Paese – aggiunge – si è dotato di questa figura istituzionale, che coordina analoghe figure già esistenti in quasi tutte le regioni italiane (tranne Calabria e Liguria, ndr), sulla base di due riflessioni convergenti. La prima riguarda la possibilità di affiancare la funzione del magistrato di sorveglianza: il Garante ha la funzione di individuare, attraverso i casi ricevuti ed esaminati, le criticità strutturali che indicano la necessità d’intervento normativo (anche con una relazione annuale al Parlamento, ndr) o ammi-nistrativo, attraverso un confronto e una collaborazione sistematica con chi ha la responsabilità di amministrare l’esecuzione penale». La nuova istituzione ha un mandato di cinque anni, avrà uno staff di 28 persone e un budget per il 2016 di 200mila euro. «Il mio sogno è quello di lasciare, al termine dei cinque anni, un’istituzione riconosciuta, consolidata e concepita come utile», conclude Palma. Luca Liverani © RIPRODUZIONE RISERVATA
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