mercoledì 20 luglio 2016
Al via il progetto «Filoxenia» della diocesi di Reggio Calabria-Bova in collaborazione con la Papa Giovanni XXIII. Oltre 60 ragazzi ospitati per 6 mesi: «Così si parte».
Sempre più profughi bambini
C'è casa a Reggio Calabria per i profughi minori
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«Filoxenia», ospitalità è la risposta della Chiesa di Reggio Calabria all’«urgenza nell’urgenza» del fenomeno migratorio. Quella dei minori non accompagnati. Ed è anche l’ennesimo positivo esempio di buona e efficace collaborazione tra istituzioni e volontariato cattolico. Oggi, ad appena 48 ore dalla protesta di oltre duecento ragazzi ospitati nel centro di prima accoglienza di Archi, quartiere problematico di Reggio Calabria, parte il progetto “Filoxenia” promosso da varie realtà della Chiesa locale raccogliendo l’appello della Prefettura cittadina. Tra 60 e 70 minori verranno ospitati in strutture della diocesi e di alcune associazioni nei comuni di Reggio Calabria e Bagnara Calabra. Un’iniziativa che non nasce dopo la protesta di due giorni fa, ma cerca di venire incontro all’esigenza di una vera accoglienza dei migranti minorenni, attualmente ospitati in più di 400 nell’unica struttura esistente, peraltro inadeguata. Si tratta, infatti, dell’ex facoltà di Giurisprudenza dell’Università Mediterranea, dove in ragazzi dovrebbero restare non più di cinque giorni, prima di essere inviati in centri più attrezzati. Invece, anche per l’altissimo numero di arrivi con gli sbarchi di queste settimane, la permanenza si sta prolungando anche oltre il mese. La struttura scoppia e il Comune da solo non ce la fa. Così nasce l’idea dell’accoglienza diffusa, lanciata dal prefetto Claudio Sammartino e raccolta dalla diocesi. Oggi si parte. Alle 18.30, presso l’Istituto S. Maria degli Angeli delle Suore Figlie di Maria Immacolata, in frazione Porelli di Bagnara Calabra, saranno proprio l’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, Giuseppe Fiorini Morosini, e il prefetto a sancire questa nuova collaborazione.  Già da mesi, infatti, la comunità ecclesiale reggina è, assieme alle istituzioni, la principale protagonista dell’accoglienza in occasione degli sbarchi dei migranti, ben 7.648 persone in 16 sbarchi dall’inizio dell’anno (in tutto il 2015 erano stati 17.700). Ora si va oltre. Il progetto prevede, per ora, l’accoglienza di 39 minori a Reggio Calabria e 24 a Bagnara, distribuiti in cinque gruppi. La gestione, coordinata dalla Caritas diocesana, è stata affidata a un’Ats (Associazione temporanea di scopo) costituita dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, capofila, e dalla parrocchia S. Nicola di Bari S. Maria della Neve, Centro Reggino di Solidarietà, Associazione Abakhi e Comunità Religiosa dei Padri Somaschi.  «Nello spirito che vede per noi sempre al centro la persona – spiega il direttore della Caritas diocesana, don Antonino Pangallo –, abbiamo provato ad immaginare e strutturare un modello che non privilegi i grandi numeri, come purtroppo altrove accade, e che invece preveda strutture a misura d’uomo, con piccoli gruppi e in spazi adeguati, strutture che abbiano come obiettivo offrire a questi ragazzi non solo un tetto, ma anche opportunità di crescita, e che si collochino sul territorio integrandosi con le comunità locali». È il concetto di «accoglienza diffusa», non solo per i minori, che la prefettura di Reggio Calabria sta promuovendo, sollecitando da mesi le amministrazioni locali. A muoversi, ancora una volta, è stato il volontariato. «Siamo una risposta di Chiesa a questa nuova emergenza – sottolinea Giovanni Fortugno della Papa Giovanni XXIII – . In più strutture di proprietà della diocesi o di congregazioni religiose siamo pronti a partire».
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