martedì 13 novembre 2012
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«Mi sento di fare un appello al presidente del Parlamento Martin Schulz e al Partito socialista europeo perché non si ripeta l’errore compiuto nella “vicenda Buttiglione”. Non si dia un’altra volta sostegno all’ideologia che spaccia l’essere oppositori dell’aborto e delle unioni omosessuali come una posizione contraria ai valori fondanti dell’Unione. Sarebbe uno strappo esiziale, proprio in un momento in cui abbiamo bisogno di concordia e compattezza. La maggioranza degli europei è a favore della vita e della famiglia classica».Rocco Buttiglione, presidente dell’Udc, politico e intellettuale di antica vocazione europeistica, è l’interlocutore obbligato per il nascente “caso Borg”. La sua accorata perorazione nasce infatti anche dall’esperienza personale. Nel 2004, l’allora commissario a Giustizia, libertà e sicurezza, designato dall’Italia nella prima Commissione Barroso, fu aspramente contestato per la sua posizione sull’omosessualità («si tratta di un disordine morale oggettivo ed, eventualmente, di un peccato per i singoli individui, non di un reato») e finì, in seguito a una pretestuosa polemica dai toni sostanzialmente anti-cattolici, per essere sostituito dal governo di Roma con Franco Frattini, anche per evitare di mettere in difficoltà il voto sull’intero esecutivo comunitario.Che cosa consiglierebbe di dire a Borg nelle audizioni che lo attendono davanti alle commissioni parlamentari? Non voglio certo suggerire alcunché a un politico esperto e competente come il ministro maltese. Lo conosco come persona per bene e saprà certamente come esprimersi. Il punto è un altro.Quale?Se davvero ci sarà un’aperta contestazione alla scelta della sua figura, significherà che si vuole colpire la libertà di coscienza, con domande non pertinenti, fuori contesto. E dico fuori contesto perché non c’è alcun conflitto tra le convinzioni del commissario designato e le competenze che gli sono affidate. In ogni caso, spero saprà trovare il modo più efficace per non tradire le proprie idee senza pregiudicare l’incarico cui è destinato.Per il quale incarico non sono nemmeno ipotizzabili conflitti tra doveri e valori personali?No. Assolutamente. Qui si rivela il carattere strumentale dell’iniziativa dei partiti laici contro Borg. Non esiste alcun elemento nei trattati che impegni a favore dell’interruzione di gravidanza o delle nozze gay. Non sono nemmeno materie di competenza dell’Unione europea. I commissari possono essere rigettati solo per manifesta incompetenza o per indegnità morale. La prima è fuori discussione per Borg. Resta l’indegnità: si vuole forse affermare che condividere gli insegnamenti del Catechismo della Chiesa cattolica sia motivo di grave incompatibilità con i valori dell’Unione? Quell’Unione che è nata per prevalente iniziativa cattolica?A cosa si attaccano allora i critici?Soltanto ad alcune mozioni votate a maggioranza dal Parlamento. Ma questo significa compiere un completo stravolgimento anche istituzionale. Quei testi non hanno alcun valore. Mentre si vuole impedire di fatto cittadinanza ai cattolici. O costringerli al silenzio. Un rischio da scongiurare.
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