martedì 4 luglio 2017
L'agenzia americana pubblica una serie di accuse smentite dai risultati di un’indagine commissionata dalla Santa Sede. La struttura sanitaria ora preannuncia iniziative legali.
Un ricercatore del Bambino Gesù (Ansa)

Un ricercatore del Bambino Gesù (Ansa)

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«Accuse e congetture false, datate e gravemente infamanti». Non usa mezzi termini l’Ospedale Bambino Gesù per definire un lungo articolo, denso di gravi accuse, lanciato ieri dall’agenzia stampa americana Associated Press (Ap). Con un dettagliato comunicato l’ufficio stampa del nosocomio di proprietà della Santa Sede ha risposto così a quelle che vengono definite le «bufale» dell’Ap. «Bufale» che sono state «già smentite e ribaltate espressamente da un rapporto indipendente della Santa Sede, oltre che da tutta la documentazione sanitaria e scientifica dell’Ospedale e le certificazioni nazionali e internazionali puntualmente fornite» alla stessa Ap.

Nella sua ampia inchiesta l’agenzia stampa statunitense punta l’indice sulla passata gestione della struttura (2008-2015), che avrebbe puntato «più sui profitti che sulla cura dei pazienti», «mettendo a rischio la salute dei bambini». Secondo l’Ap, informata dei problemi del Bambino Gesù, la Santa Sede rispose all’inizio del 2014 conducendo subito un’indagine segreta durata 3 mesi, da cui emerse, per l’agenzia, l’attenzione dell’ospedale più sui profitti che sulla cura dei bambini. Tuttavia, prosegue l’inchiesta, il rapporto non venne mai reso pubblico, alcune delle sue raccomandazioni vennero eseguite ma altre no e nel 2015 il Vaticano commissionò una seconda inchiesta, dalla quale emerse però che non c’era nulla di scorretto. Nella sua inchiesta, l’Ap afferma tra l’altro che il «sovraffollamento e la scarsa igiene contribuirono a risultati mortali, inclusa un’epidemia da superbatterio durata 21 mesi nel reparto tumori che provocò la morte di 8 bambini». Inoltre, «per risparmiare, attrezzature usa-e-getta ed altri materiali a volte sono stati usati in modo improprio, con un ordine una tantum di aghi a basso costo che si rompevano quando venivano usati per le iniezioni nelle piccole vene» dei pazienti. Infine, secondo l’inchiesta dell’Ap, «i medici erano così sotto pressione per massimizzare il turnover nella sala operatoria che i pazienti a volte venivano fatti uscire dall’anestesia troppo rapidamente».

Nella sua articolata smentita il Bambino Gesù premette che saranno intraprese «nelle sedi appropriate, tutte le azioni necessarie a tutelare l’onorabilità e la reputazione di questa Istituzione e delle persone coinvolte». E sottolinea che il report segreto citato dall’Ap come fonte «non rappresenta un’indagine ufficiale» perché si limiterebbe «a raccogliere la accuse avanzate da un gruppo di dipendenti ed ex dipendenti». Accuse «già tutte espressamente smentite circa 2 anni fa da un apposito Rapporto (The Clinical evaluation of the Bambino Gesù Hospital Vatican City, January 27-30, 2015) commissionato dalla Santa Sede a un team indipendente di esperti statunitensi». Rapporto che l’Ap «ha avuto modo di consultare» e che «riporta espressamente come tutte le congetture sulle pretese criticità siano state completamente escluse e le accuse rigettate ("disproved"), tranne una: la penuria di spazi nelle terapie intensive, di cui i vertici dell’Ospedale sono consapevoli e determinati alla risoluzione». Il Rapporto sottolinea poi «come non solo le accuse siano state smentite, ma in ognuna delle aree indagate le pratiche cliniche verificate sono risultate le migliori ("best in class") a livello internazionale». Non solo: il team si è detto colpito dalla «competenza e la dedizione del personale per la cura dei bambini e delle loro famiglie e il loro senso di orgoglio di essere parte del Bambino Gesù». Così l’inchiesta ufficiale del 2015 conclude che «l’Ospedale Bambino Gesù è un ospedale di cui la Chiesa può essere molto orgogliosa per la sua competenza clinica e la sua devozione per i bambini».

Entrando nello specifico delle contestazioni la nota pubblicata ieri sottolinea, cifre alla mano, che «per quanto riguarda la prevalenza delle infezioni ospedaliere associate all’assistenza, i dati del Bambino Gesù confermano una drastica riduzione della frequenza, grazie alle numerose azioni di prevenzione». Smentisce poi vigorosamente l’«accusa infamante» e «inverosimile dal punto di vista della prassi clinica» che i piccoli pazienti sottoposti a operazione chirurgica verrebbero risvegliati prima del tempo al fine di aumentare l’avvicendamento in sala operatoria. E bolla come «assolutamente falsa» l’accusa che vengano acquistati, per risparmiare, materiali di qualità scadente («nessuna fornitura di "aghi scadenti" è stata mai acquistata dall’Ospedale»). Infine si ribadisce che il Rapporto del 2015 smentisce «completamente» che le sale operatorie non erano pulite e c’erano solo cinque minuti per disinfettare in modo da aumentare il numero di interventi e quindi guadagnare di più. Infatti nel Rapporto «viene scritto che l’intervallo tra un intervento e l’altro è di 12-15 minuti, e durante le procedure di sanificazione le sale vengono pulite con modalità standardizzata, fatto che rappresenta una best practice».

SECONDO NOI
Doppia questione di credibilità

Mettere sommariamente in discussione l’onorabilità e la credibilità di un ospedale pediatrico considerato (in virtù dei risultati e non di invenzioni) un’eccellenza a livello internazionale, non è un buon servizio che si fa alla sanità e nemmeno all’informazione. Già, perché pubblicare un’inchiesta - basata secondo il "Bambino Gesù" soltanto sulle accuse anonime di «un gruppo di dipendenti ed ex-dipendenti» - pur avendo avuto la possibilità di consultare un rapporto ufficiale e certificato che smonta le accuse punto per punto, rischia di mettere in discussione anche l’autorevolezza di una grande e importante agenzia di stampa come l’Associated Press. È un vero peccato. La verifica, e la comparazione, delle informazioni e delle fonti non è una regola alla quale si può derogare, nemmeno quando la voglia dello scoop, vero o presunto, è più forte che in altri casi. Chissà poi perché stavolta era così forte. Forse perché c’è di mezzo un ente promosso dal Vaticano?

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