mercoledì 9 dicembre 2020
Una situazione limite ma che riguarda, in misura minore, tanti locali nei comuni più piccoli
Il ristorante è in una frazione di Mura, paese di circa 750 abitanti che fa parte della Comunità Montana della Val Sabbia. Una frazione che si raggiunge solo dalla provinciale che però attraversa i comuni di Casto e Vestone. Risultato: non ci potranno andare né i residenti di Mura né quelli dei comuni vicini. «Tanto vale stare chiusi – dicono i titolari – anche se in teoria dovrebbero essere i giorni in cui si può prevedere un po' di afflusso».

Il ristorante è in una frazione di Mura, paese di circa 750 abitanti che fa parte della Comunità Montana della Val Sabbia. Una frazione che si raggiunge solo dalla provinciale che però attraversa i comuni di Casto e Vestone. Risultato: non ci potranno andare né i residenti di Mura né quelli dei comuni vicini. «Tanto vale stare chiusi – dicono i titolari – anche se in teoria dovrebbero essere i giorni in cui si può prevedere un po' di afflusso». - Fotogramma di repertorio

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Un ristorante intrappolato in quella che in periodo bellico verrebbe definita 'la terra di nessuno'. Accade anche questo in provincia di Brescia, a causa dell’applicazioni rigorose delle misure di contenimento della pandemia, recentemente approvate con i Dpcm di ottobre, novembre e dicembre. Il ristorante pizzeria Al Torenno infatti è in una posizione strana, lungo una strada provinciale al confine fra comuni diversi in provincia di Brescia. Una posizione ideale perché facile da raggiungere dai clienti. O almeno così lo era fino all’ultimo decreto sulle misure anticovid che ha imposto il divieto di spostarsi da un comune all’altro per Natale, Santo Stefano e Capodanno, e che di fatto lo ha imprigionato in un fazzoletto di terra non raggiungibile da nessuno.

Il ristorante è in una frazione di Mura, paese di circa 750 abitanti che fa parte della Comunità Montana della Val Sabbia.
Una frazione che si raggiunge solo dalla provinciale che però attraversa i comuni di Casto e Vestone. Risultato: non ci potranno andare né i residenti di Mura né quelli dei comuni vicini. «Tanto vale stare chiusi – dicono i titolari – anche se in teoria dovrebbero essere i giorni in cui si può prevedere un po' di afflusso».
Il ristorante è grande. In epoca pre-covid aveva 180 posti e per garantire il distanziamento li ha ridotti di oltre la metà. Mettendosi in una situazione in pieno accordo con le misure anti pandemia, in attesa che l’emergenza venga superata presto, grazie alla campagna vaccinale anti Covid di massa.

Ma questo al momento non basta. «Avrebbero dovuto pensare a una deroga ai piccoli Comuni – ha commentato Bruna Marchioni del Torenno – A marzo abbiamo speso soldi per adeguarci alle regole, abbiamo ridotto i posti, studiato percorsi e ci siamo attivati. E ora? A voler essere fiscali nessuno potrà raggiungerci per le feste. Non mi resta che tener chiuso ma chi mi ripaga degli investimenti fatti sinora?».

Una situazione limite ma che riguarda, in misura minore, tanti locali nei comuni più piccoli. E nel Bresciano molti sono i piccoli comuni: 134 su 205 hanno meno di 5 mila abitanti e di questi 90 meno di 3mila. Anche per questo una ventina di sindaci leghisti della provincia hanno scritto una lettera al premier Giuseppe Conte e al ministro della Salute Roberto Speranza chiedendo una modifica al Dpcm per «consentire gli spostamenti durante le feste natalizie ad una distanza ragionevole, tale da non creare differenze significative tra chi abita nei piccoli comuni e coloro che invece risiedono in città di medie e grandi dimensioni».

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