lunedì 7 gennaio 2019
Tre indagini aperte. L'ultima vittima è un bimbo nato prematuro ricoverato sabato mattina. La direzione sanitaria: il neonato aveva una grave malformazione
Quattro neonati morti negli Spedali Civili. «Non c'è focolaio di epidemia»
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Sono diventati quattro i casi dei neonati morti agli Spedali Civili di Brescia nel reparto di terapia intensiva neonatale tra il 30 dicembre e oggi. Ai tre casi già noti, si è aggiunto anche quello di un neonato deceduto sabato mattina. Sarebbe stato portato in reparto poco dopo la nascita e non è sopravvissuto.

Anche su questo caso l'ospedale bresciano ha disposto accertamenti. Sono tre le inchieste aperte per fare piena luce sulla morte del piccolo. Oltre a quella della Procura e dell'ospedale sugli Spedali Civili di Brescia è stata aperta un'inchiesta anche della Regione Lombardia con una commissione interna.

Nel frattempo, i carabinieri del Nas hanno acquisito le cartelle cliniche di altri tre piccoli pazienti morti il 30 dicembre, il 4 e 5 gennaio scorsi. Tutta la documentazione è stata consegnata alla Procura di Brescia, che ha aperto un fascicolo per l'ipotesi di omicidio colposo. Da quanto si è saputo da fonti investigative, però, al momento non sarebbero emersi collegamenti evidenti tra le morti dei quattro neonati, che versavano tutti in "condizioni di criticità" sia per il basso peso registrato alla nascita sia per altre patologie. Sarà l'autopsia del bambino morto il 5 gennaio, che con ogni probabilità si terrà martedì per dare modo a tutte le parti di partecipare nominando i propri consulenti, a permettere agli inquirenti di fare luce sull'accaduto.

L'Ospedale di Brescia ha comunque fatto sapere che il quarto caso non è di interesse della Procura perché si tratta di un bimbo nato con una grave malformazione congenita alle vie aeree superiori, non compatibile con la vita. "La Direzione ribadisce e sottolinea come i quattro decessi avvenuti negli ultimi giorni presso il Reparto di Terapia Intensiva Neonatale, non siano riconducibili ad una medesima causa né siano la conseguenza un focolaio epidemico", spiegano in una nota i vertici degli Spedali civili di Brescia.



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