lunedì 5 marzo 2012
Meno parlamentari, più poteri al premier, sì alla sfiducia costruttiva e semplificazione delle procedure parlamentari: sono alcune delle novità contenute nella bozza di riforma costituzionale messa a punto dai tecnici di Pd, Pdl e Terzo polo, e che ha ottenuto un primo via libera bipartisan. Dovrà ora essere presentata alle Camere come ddl. Oggi il Cdm.
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Stretta finale sulle riforme. Alla bozza elaborata dai tecnici dei partiti della maggioranza, che per settimane si sono confrontati sulle modifiche, mancano pochi elementi per chiudere il cerchio. "Diciamo che il 95% del lavoro è stato fatto - ha affermato uno dei parlamentari che ha partecipato alla stesura del documento - mancano pochi particolari. Poi una volta conclusa questa fase, il testo potrà essere depositato in Parlamento. Presumibilmente l'iter partirà dal Senato".Rispetto alle prima versione non ci sono cambiamenti di rilievo. Verrà ridotto il numero dei deputati che saranno 500 (più otto eletti nelle circoscrizioni estere) e dei senatori (250, più i quattro eletti all'estero). Si abbassa l'età per l'elettorato passivo: saranno sufficienti 21 anni (ora sono 25) per candidarsi alla Camera; ce ne vorranno 35 e non 40 come è attualmente, per candidarsi a un seggio senatoriale. La bozza messa a punto dal dal vicepresidente del Pdl al Senato Gaetano Quagliariello, da Luciano Violante, responsabile Riforme del Pd e dai deputati del Terzo Polo Italo Bocchino (Fli), Ferdinando Adornato (Udc) e Pino Pisicchio (Api), prevede una drastica correzione del bicameralismo perfetto.
Il processo legislativo verrà accelerato, poichè i testi di legge subiranno una sola lettura dalla Camera. L'altro ramo del Parlamento conserverà la prerogativa di poter 'richiamarè il testo dietro un'espressa richiesta del suo presidente ma sarà obbligato a licenziarlo entro 15 giorni. "In questo modo -aggiunge il parlamentare - l'iter legislativo è fortemente compresso e i tempi attuali verranno notevolmente ridotti".Uno dei nodi da sciogliere, forse il più rilevante, restano le funzioni e le prerogative del Senato che, nelleprime ipotesi sulle quali si era lavorato, avrebbe dovuto assumere il ruolo di Camera delle autonomie. "Non abbiamo ancora deciso - conferma il parlamentare interpellato- è uno dei punti ancora aperti e sul quale non c'è ancora un'indentità di vedute". Il doppio passaggio Camera-Senato rimerrà immutato per l'approvazione dei trattati internazionali e leggi di rilievo primario come la finanziaria, la legge comunitaria e le leggi che modificano l'assetto costituzionale. Viene confermato il rafforzamento delle prerogative del presidente del Consiglio che -richiedendolo al presidente della Repubblica- può nominare e revocare i ministri, otterere lo sciglimento anticipato anche di una sola delle due Camere. Le procedure per il voto di fiducia verranno semoplificate. Il testo introduce l'istituto della sfiducia costruttiva: sarà possibile cambiare premier e maggioranza solo ci sono una maggioranza e un presidente del Consiglio pronti a sostituirli.
"I cambiamenti introdotti -spiega infine il parlamentare che ha seguito l'eleborazione del testo- ci portano verso un sistema istituzionale che ha molte similitudini con il modello tedesco. Ma non è detto che la legge elettorale, di cui si comincerà a discutere dopo che uno dei due rami del parlamento avrà approvato in prima lettura l'articolato, dovrà essere quella tedesca. I modelli possbili sono più d'uno. Si vedrà al momento opportuno".
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