mercoledì 12 luglio 2017
La bozza che il governo italiano ha presentato a Tallinn prevede 11 regole da rispettare. Amnesty: così a rischio migliaia di vite. La Libia chiede raid aerei per fermare gli scafisti
Codice Ong: polizia a bordo e vietato telefonare dalle navi
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Undici regole per le Ong impegnate nel Mediterraneo a salvare vite umane. E' la bozza del codice di condotta messo a punto dall'Italia e presentata in una riunione informale dei ministri dell'Interno Ue settimana scorsa al vertice di Tallin.

Nel documento c'è il divieto di telefonare "per facilitare la partenza di barconi che trasportano migranti", l'obbligo a far salire a bordo la polizia giudiziaria e quella di avere una certificazione tecnica per poter fare salvataggio.

Chi non firma il Codice potrebbe non ricevere l'autorizzazione ad accedere nei porti italiani.

Amnesty: così a rischio migliaia di vite

"Qualunque codice di condotta - commenta Amnesty International - se necessario, dovrebbe avere l'obiettivo di rendere le operazioni di ricerca e soccorso più efficaci". Ma così com'è oggi, sottolinea l'organizzazione internazionale, "potrebbe invece in alcuni casi ostacolare le operazioni e ritardare gli sbarchi". "Per assurdo - sottolinea Iverna McGowan, direttore dell'ufficio europeo di Amnesty - il tentativo di impedire alle navi delle Ong di operare nelle pericolose acque vicino alla Libia rischia di mettere in pericolo migliaia di vite".

Al Sarraj chiede raid aerei libici per fermare gli scafisti

Il governo di unità nazionale libico, insediato a Tripoli del premier Fayez Al Sarraj chiede "l'uso dell'aviazione" contro "l'emigrazione illegale". Nel breve testo dell'Ufficio del Comando supremo dell'esercito libico indirizzato al Capo di Stato maggiore delle forze armate si chiede di "prendere immediatamente e urgentemente le vostre misure di partecipazione alla lotta contro l'emigrazione illegale e il traffico di carburanti e suoi derivati attraverso l'uso dell'Aviazione e servendovi della forza in caso di necessità per impedire, in collaborazione con il Comando delle forze marittime, questo crimine".

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