venerdì 29 settembre 2017
Arrestato per maltrattamenti in famiglia, l'uomo è stato trovato impiccato in cella di sicurezza. Il pm: indagine atto dovuto. Le telecamere di sorveglianza in quel momnento "non erano funzionanti"
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"Attendiamo lo sviluppo dell'autopsia, poi prenderemo i provvedimenti conseguenti". Lo ha detto il procuratore di Bologna Giuseppe Amato, rispondendo a una domanda sul caso del senegalese suicida in una cella di sicurezza della Questura, dopo l'arresto per maltrattamenti e resistenza. L'autopsia, nell'ambito di un fascicolo per omicidio colposo con due poliziotti indagati come atto a loro garanzia, è prevista nel pomeriggio di oggi. L'esame medico legale, ha spiegato il procuratore, è stato
disposto "semplicemente per un'esigenza di chiarezza e per capire le cause della morte". Amato ha detto anche in una quindicina di giorni pensa di avere un risultato. Le telecamere di sorveglianza nei locali della Questura, ha confermato infine, "non erano funzionanti".
Oumar Ly Cheiko, senegalese di 39 anni, la sera del 22 settembre si è impiccato in una cella della Questura di Bologna, dopo l'arresto per maltrattamenti in famiglia e resistenza a pubblico ufficiale. "Sono fiducioso nell'attività degli inquirenti e intendiamo far luce celermente sulla dinamica dei fatti", ha detto l'avvocato Zincani, che rappresenta gli agenti, e ha nominato un consulente di parte e si è riservato di produrre documentazione "per respingere ogni addebito". Anche l'avvocato Rosa Ugolini, che rappresenta i familiari del senegalese, e che aveva fatto istanza perché si procedesse all'autopsia, ha nominato un proprio consulente.

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