mercoledì 4 novembre 2020
Scende ancora il rapporto test/positivi, stavolta al 14,4%. «Numeri alti, ma la curva si sta stabilizzando», ha detto il Direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza
30.550 nuovi casi (con 212mila tamponi). 352 decessi
COMMENTA E CONDIVIDI

Quello che ieri era stato un primo, timido segnale positivo sulla curva dell'epidemia da coronavirus italiana, oggi viene confermato dai numeri del Bollettino del ministero della Salute: sono sempre tantissimi, troppi, i 30.550 nuovi contagi registrati in 24 ore nel nostro Paese, ma a fronte dei quasi 212mila tamponi processati il rapporto test/positivi scende ancora, e per il secondo giorno consecutivo, stavolta dal 15,4% di ieri al 14,4.

Ed è sul fronte dei contagi che sono puntati gli occhi degli esperti adesso: soltanto se si riuscirà a invertire questa rotta, lentamente, si comincerà ad osservare (sebbene con un ritardo di due settimane, lo abbiamo imparato in base ai tempi di incubazione del virus) un'implosione anche nei decessi e nei ricoveri. Restano drammatici, per altro, i numeri relativi a questi due ambiti: il Bollettino registra altri 352 morti in un giorno, 67 terapie intensive in più (ora sono a quota 2.292) e oltre mille ricoveri (22.116 il totale dei pazienti ospedalizzati da Nord a Sud).

A presentare i dati, oggi, in una conferenza stampa rimandata di oltre un'ora a causa delle infinite trattative in corso per la definizione del nuovo Dpcm e l'attesa suddivisione dell'Italia nelle tre zone (rossa, arancione e gialla), il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza. Che ha ricordato come per vedere risultati decisivi sulla curva dei contagi «bisognerà comunque attendere almeno altre due settimane». E che ha evidenziato come, nonostante il numero delle terapie intensive continui a crescere, «non si registrino ancora criticità visto che rispetto alla Fase 1 è aumentata la capacità dei ricoveri».

A Napoli tamponi sotto la tenda dell'Esercito

A Napoli tamponi sotto la tenda dell'Esercito - Ansa

Per quanto riguarda le Regioni, sono soprattutto Lombardia, Piemonte e Campania a preoccupare ancora. La prima con quasi 7.800 casi in un giorno (anche se a fronte di oltre 43mila tamponi, anche qui il rapporto test/positivi è tornato a contrarsi, dal 21% al 17,7), altre 32 terapie intensive, 278 ricoveri e 96 decessi. Male Milano, che ieri era rimasta sotto i mille casi e oggi invece sfiora i 2mila. La Campania invece supera i 4mila casi in un giorno (a fronte di quasi 22mila tamponi, il rapporto test/positivi qui è al 18%), mentre il Piemonte 3.587. Non serve che l'Rt venga messo nero su bianco, in queste aree, per capire che con certezza entreranno nella lista delle zone rosse almeno per i prossimi 15 giorni. Con buona pace dei governatori, in particolar modo quello lombardo Attilio Fontana, che pure ha sottolineato come i numeri della curva stiano lentamente migliorando.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: