martedì 3 novembre 2020
Nuovo boom di terapie intensive: +203 in 24 ore, per un totale di 2.225. L'allarme dell'Agenzia Agenas: a livello nazionale è stata superata la soglia del 31% dei posti occupati
Altri 28.244 casi in Italia. I morti sono 353: mai così tanti da maggio
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Conferma la sua leggera frenata, la curva dell'epidemia da coronavirus in Italia, con 28.244 nuovi casi in 24 ore a fronte di oltre 182mila tamponi: significa che il rapporto test/positivi, che negli ultimi due giorni si era stabilizzato al 16,3%, è tornato per la prima volta a scendere, e precisamente al 15,4%. Segno che i primi, timidi risultati dei Dpcm del 12 e del 25 ottobre scorsi (quelli, per intendersi, che hanno via via ridotto la vita sociale degli italiani fino alla chiusura di bar e ristoranti alle 18 e alla Dad al 75% per le scuole superiori) si stanno iniziano a vedere.

È l'unico dato rincuorante del Bollettino odierno, però, che fa invece registrare drammatiche impennate sul fronte dei decessi e dei ricoveri: 353 i primi, per un picco che nel nostro Paese non si osservava dai primi di maggio e che è destinato probabilmente ad essere superato, visto che la prima ondata ci ha insegnato come la curva dei morti segua nella sua parabola quella dei contagi con un ritardo di due settimane. Altro parametro allarmante quello delle terapie intensive: 203 in più in un solo giorno, per un record che non si era mai registrato nelle ultime settimane. E per un totale di 2.225, un numero che si avvicina sempre di più alla soglia limite dei 2.500 (cioè al 30% dei posti occupati da pazienti Covid) oltre cui le autorità sanitarie, finora, avevano stabilito la necessità di un nuovo lockdown.

Preparazione delle terapie intensive per i malati di Covid 19 all'ospedale da campo fiera da Bergamo, 2 novembre 2020

Preparazione delle terapie intensive per i malati di Covid 19 all'ospedale da campo fiera da Bergamo, 2 novembre 2020 - Ansa / Filippo Venezia

Stando ai dati dell'ultimo monitoraggio dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), d'altronde, il tasso di occupazione a livello nazionale ha superato la soglia del 31% dei posti di terapia intensiva occupati da pazienti Covid e ben 9 regioni superano la soglia del 30% definita “critica”: Campania (44%), Liguria (31%), Lombardia (45%), Marche e Piemonte (37%), Bolzano (51%), Toscana (41%), Umbria (49%), Valle d'Aosta (65%). E non va meglio sul fronte dei ricoveri ordinari, che ieri per altro hanno fatto segnare un ulteriore incremento: ben 1.270 in un giorno, per una percentuale di posti occupati che ormai sfiora il limite del 40% (arrivando a quota 39).

L'epicentro della seconda ondata resta la Lombardia, con altri 6.804 casi in un giorno (su oltre 32mila tamponi, anche qui il rapporto test/positivi è in calo dal 21,9% al 21%), altri 40 pazienti ricoverati in terapia intensiva e - il dato è impressionante, da solo rappresenta un terzo di quello nazionale - 117 morti. Seguono Piemonte, con oltre 3mila casi, e Campania con 2.971. Positivi, invece, i dati di Veneto (che ha registrato sì 2.298 casi ma a fronte di oltre 31mila tamponi), Emilia Romagna e Lazio: le tre regioni si attestano tutti a un rapporto test/positivi dell'8% circa, la metà della media nazionale. E Roma, a differenza di Milano, “tiene” con poco più di mille casi.



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