giovedì 3 dicembre 2020
Bocciata da M5s e Iv e sconfessata dalla segreteria Pd, prevedeva di abolire l’Imu e le tasse sui conti correnti sostituendole con un prelievo progressivo sulle ricchezze finanziarie e patrimoniale
Stop alla patrimoniale, ma i promotori fanno ricorso
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Nulla da fare per la nuova imposta patrimoniale sostenuta da Leu e da alcuni deputati Pd. L’emendamento alla legge di bilancio è caduto sotto la scure delle inammissibilità per mancanze di coperture adeguate. Una decisione giudicata «incredibile» dai primi firmatari Nicola Fratoianni e Matteo Orfini. Che non si arrendono e annunciano ricorsi. Bocciate anche le due proposte del M5s per scoraggiare – tagliando gli incentivi fiscali – le grandi aggregazioni bancarie, come la possibile Unicredit–Mps. Il vaglio della commissione Bilancio della Camera ha defalcato oltre un terzo (2.400) dei quasi 7mila emendamenti presentati alla manovra, ridotti ulteriormente a 874 quelli “segnalati”.

La controversa proposta fiscale, finita sotto il tiro delle opposizioni, bocciata da M5s e Iv e sconfessata pure dalla segreteria Pd, prevedeva di abolire l’Imu e le tasse sui conti correnti sostituendole con un prelievo progressivo sulle ricchezze finanziarie e patrimoniali superiori ai 500mila euro netti.

Per la commissione c’è però «carenza o inidoneità della compensazione ». I firmatari non ci stanno. «Ci sembra incredibile che un’imposta che garantisce maggior gettito venga respinta con questa motivazione. Per questo faremo ricorso e ci aspettiamo una spiegazione numeri alla mano», affermano Fratoianni e Orfini. Anche in caso di “ripensamenti”, comunque, per la patrimoniale la strada è segnata.


La proposta fiscale, finita sotto il tiro delle opposizioni, bocciata da M5s e Iv e sconfessata pure dalla segreteria Pd, prevedeva di abolire l’Imu e le tasse sui conti correnti sostituendole con un prelievo progressivo sulle ricchezze finanziarie e patrimoniali superiori ai 500mila euro netti

Ma i proponenti potrebbero riproporla al Senato e rilanciarla quando si entrerà nel vivo della riforma del fisco nel 2021.

Restano invece in campo le richieste di maggioranza e opposizione di prolungare alla fine del 2023 l’ecobonus e il sismabonus al 110%. «Nessuno è contrario alla proroga del superbonus – ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli – c’è un dibattito sul come farla. Credo che si debba fare un prolungamento forte, non limitato a mesi ma, ovviamente, ad anni». Il problema è legato alle coperture finanziarie. Il Mef punta a inserire la proroga più avanti, quando arriveranno i fondi Ue del Recovery Plan. Per Patuanelli comunque, occorre «un testo unico sui bonus per l’edilizia», che «sono tanti, qualche volta anche in contrasto tra loro e quindi vanno razionalizzati».

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