giovedì 7 marzo 2013
​Due anni e tre mesi sono stati inflitti a Paolo Berlusconi per la pubblicazione su "Il Giornale" della telefonata Fassino-Consorte in cui si annunciava: "Abbiamo una banca".
E la Cassazione proscioglie il Cavaliere sul caso Mediatrade
COMMENTA E CONDIVIDI
Silvio Berlusconi è stato condannato dal Tribunale di Milano un anno di reclusione per la vicenda dell'intercettazione della conversazione tra Fassino e Consorte avvenuta durante la scalata a Bnl da parte di Unipol, poi pubblicata su Il Giornale quando era ancora coperta dal segreto istruttorio. Due anni e tre mesi sono stati inflitti a Paolo Berlusconi.I fratelli Berlusconi - che hanno sempre respinto ogni addebito - sono imputati per la pubblicazione della telefonata, non depositata agli atti, tra l'ex segretario dei Ds Piero Fassino e l'allora presidente di Unipol Giovanni Consorte, in cui il politico pronunciava la famosa frase "abbiamo una banca".  A dicembre, il pm aveva chiesto la condanna a un anno di reclusione per concorso in rivelazione di segreto ufficio per l'ex premier e a tre anni e tre mesi per il fratello Paolo, per le accuse di ricettazione e concorso in rivelazione di segreto d'ufficio, chiedendone invece l'assoluzione dall'accusa di millantato credito.  
Al centro dell'inchiesta la diffusione della telefonata tra Piero Fassino e Giovanni Consorte all'epoca dellamancata scalata di Unipol alla Bnl. Un'intercettazione (la famosa frase 'Abbiamo una banca') pubblicata da 'Il Giornale", di cui Paolo Berlusconi è editore, il 31 dicembre 2005. Per l'accusa il Cavaliere avrebbe ascoltato il nastro, nella sua villa di Arcore, la vigilia di Natale. Presenti il fratello Paolo e due imprenditori, Roberto Raffaelli e Fabrizio Favata. Sono loro a portare in dono a Berlusconi la telefonata, estratta dai pc della Procura di Milano quando non era ancora depositati agli atti. "Non ho mai ascoltato conversazioni del genere" altrimenti "me lo ricorderei", le parole di Berlusconi, pronunciate il 7 febbraio 2012, al gup Maria Grazia Domanico.
Una versione che non ha convinto nè l'accusa nè i giudici. Con quella pubblicazione su Il Giornale viene danneggiata una persona di sicuro: Piero Fassino, parlamentare e uomo dell'opposizione". Fassino è l'allora segretario Ds e "le elezioni sono dietro l'angolo". Per Fassino i giudici hanno stabilito un risarcimento di 80mila euro, contro un milione chiesto dal legale della parte civile.Il processo Unipol, comunque, è su un "binario morto". Infatti la vicenda giudiziaria verrà sepolta dallaprescrizione che cadrà già il prossimo luglio e al massimo in agosto. Il reato contestato sarà quindi cancellato ma non il risarcimento di 80 mila euro a Piero Fassino.Le reazioni"Su Silvio Berlusconi non c'era nulla se non il sospetto, che deve essere estraneo al giudizio da parte della magistratura". E' quanto ha riferito Piero Longo, difensore dell'ex premier. "Si devono aspettare le motivazioni. Il dispositivo lascia perplessi perché la condanna è francamente sorprendente", ha detto tra l'altro il legale."Sono convinto ancora una volta che purtroppo difendere Silvio Berlusconi a Milano sia difficile perché c'è un gradiente di difficoltà che si sposa con un gradiente di imprevedibilità"."Accanimento incredibile" contro Berlusocni, ha detto Fitto del Pdl. "Al tribunale di Milano si è giunti al ridicolo. Se pensano di mettere Berlusconi fuori gioco con questo uso politico della giustizia si fanno delle illusioni", ha aggiunto il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: