martedì 31 marzo 2020
Speranza chiude il dibattito: restrizioni fino al 15-18 aprile, Cdm al massimo giovedì. Oggi la Stato-Regioni. Renzi insiste: riaprire in base a fasce d’età, prima i più giovani
Milano deserta: la centrale via Dante

Milano deserta: la centrale via Dante - Fotogramma

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La proroga delle misure per il contenimento del coronavirus è ormai solo questione di giorni. L’annuncio dovrebbe arrivare dopo un Consiglio dei ministri previsto per mercoledì o giovedì, vigilia del termine per la stretta in vigore, prevista per il 3 aprile. Difficile, ma non escluso che l’annuncio ci sia già oggi. La valutazione emersa ieri dal comitato tecnico-scientifico, spiega il ministro della Salute Roberto Speranza, è di reiterare le misure di contenimento «almeno fino a Pasqua». E il governo, assicura, «si muoverà in questa direzione». Quell’«almeno» indica che la durata del blocco sarà probabilmente estesa fino al 15 o al 18 aprile.

Il Dpcm con cui si prorogheranno le misure contenitive in realtà non ha bisogno del disco verde del Cdm. Ma giovedì il prosieguo della stretta dovrebbe essere condiviso in seno al governo e l’annuncio arrivare in giornata. Verosimilmente, prima dovrebbe tenersi l’incontro tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i leader di opposizione, mentre cresce anche l’attesa per il nuovo confronto con le parti sociali.

I contatti con il comitato tecnico-scientifico sono costanti. La precauzione è somma, visto l’impatto sociale ed economico di queste, pur necessarie, limitazioni. Conte sabato non si era sbilanciato, parlando di dati ancora non sufficienti per una valutazione sul da farsi. Sulle riaperture delle attività produttive ieri, in un’intervista al quotidiano spagnolo El Pais Conte ha osservato che «non può prolungarsi troppo», ma che che bisognerà procedere in modo «molto graduale». Anche il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, ha espresso tutta la cautela possibile sulla riapertura del Paese. «La decisione spetta alla po-litica, ma secondo me è ancora tempo di mantenere misure stringenti. Ne riparliamo dopo Pasqua». Altro che aprire prima delle festività come ha chiesto nei giorni scorsi il leader di Italia Viva Matteo Renzi, suscitando un vespaio. Ma Iv insiste. Stavolta è il deputato Gianfranco Librandi a dire che «con la sola strategia della chiusura moriremo travolti da un mare di debiti, oltre che di disoccupazione ». Invece, propone, il «motore» del Paese va rimesso in moto in modo «graduale e razionale », programmando una «strategia intelligente » fatta di «distanziamento sociale e aperture mirate delle aziende messe in sicurezza». Per il deputato ligure della Lega Edoardo Rixi è «prematuro » parlare di aperture, seppur graduali, «almeno fino a quando non si arriverà a un numero vicino allo zero dell’aumento dei contagi quotidiani». Renzi ieri a sera è tornato sull’argomento invitando a ripartire e programmare le uscite da casa «gradualmente, distinguendo per zone e anche per fasce d’età».

Dai governatori della zone più colpite arriva, invece, la richiesta di prorogare le misure che sono in vigore fino a sabato. «Chiediamo di mantenere le chiusure almeno fino a metà aprile. Sull’attività produttiva «è una scelta che può essere fatta solo dal governo» dice il governatore lombardo Attilio Fontana. I governatori, prosegue, stanno ragionando su una richiesta in questo senso, mantenendo la possibilità di agire tramite ordinanze. Oggi il presidente della Conferenza delle Regioni e della Province autonome, Stefano Bonaccini (Emilia-Romagna), ha convocato i colleghi in videoconferenza per esaminare alcuni temi dell’emergenza. Successivamente si terrà la conferenza Stato-Regioni.

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