sabato 23 aprile 2016
 Binetti (Ap): va difesa la specificità socio-sanitaria
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ROMA er cercare di mettere ordine, nella «fretta» si rischia di fare più confusione, andando a sovrapporre gli ambiti di sbocco tra gli educatori socio-sanitari e socio-pedagogici. Così da «cancellare la specificità» delle due professioni e «rompere il principio di distinzione delle professioni». Paola Binetti, deputata di Ap, solleva alcuni dubbi sul testo licenziato dalla commissione Cultura di Montecitorio. Cosa non va nel ddl?Ampliare a dismisura gli ambiti per l’educatore socio-pedagogico mi lascia perplessa per più di un motivo. Come si può, già con la laurea triennale, operare in ambiti come l’immigrazione, la dispersione scolastica, le carceri, l’ambiente e i beni culturali? È impossibile avere un curriculum triennale che possa fornire una alfabetizzazione in tutti questi settori. Credo che la sovrapposizione degli sbocchi vada a discapito di un compito ben delimitato e molto delicato che è quello dell’educatore socio-sanitario. Dicendo che i laureati in Scienze della formazione possono fare tutto, viene scippata la loro specificità. Poi ancora: se si dice che tutti gli educatori possono operare anche in ambito sportivo, ambientale e dei beni culturali, che faranno allora i laureati in Scienze motorie e Belle Arti? Si rischia di creare una figura ibrida, che potendo fare tutto non sa fare nulla. L’obbligo della laurea non è garanzia di competenza? Non tutti si possono improvvisare educatori, certo. Ma ci sono qualità e competenze ol- tre la laurea che con questa legge vengono messe ai margini. Pensiamo ad esempio a tutti gli asili nido delle suore, i nidi condominiali e tutte quella piccole realtà in cui la presa in carico dei bimbi è affidata alle qualità umane non necessariamente alla laurea. Queste potrebbero essere falciate. La legge prevede norme transitorie per adeguarsi. Le norme transitorie, però, non risolvono i problemi di chi in questi anni, per aiutare i tempi di conciliazione casalavoro delle donne, ha messo su piccole realtà in cui lasci tuo figlio basandoti sulle garanzie umane. Si è fatta insomma una norma dal sapore demagogico e populista, non considerando le conseguenze. La commissione Cultura ha votato quasi all’unanimità. Non credo si siano resi conto di tutte queste implicazioni, per questo credo vada portata in Aula perché si possa approfondire l’argomento, dare un consenso informato e perché tutti si rendano conto di ciò che votiamo. Una legge sugli educatori può evitare il ripetersi di eventi di cronaca sui maltrattamenti? Non basta né una legge né la cornice formativa, l’auspicio è che si eserciti in quei contesti il giusto livello di controllo e di formazione continua del personale per cui si possa stare sereni. Il testo non lo prevede e non dice nemmeno che queste persone si debbano specializzare nella formazione con degli indirizzi per diversi ambiti. 
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