mercoledì 19 agosto 2020
Sul corpo del bambino i segni delle violenze. Il padre aveva presentato lo scorso luglio un esposto per maltrattamenti contro ignoti per lesioni ai danni del figlio
La casa a Rosolini, nel Siracusano, dove il piccolo Evan viveva con la madre e il suo compagno

La casa a Rosolini, nel Siracusano, dove il piccolo Evan viveva con la madre e il suo compagno - Ansa

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"La madre del bimbo ha solo svelato le condotte aggressive del suo compagno". Così ha affermato il procuratore di Siracusa, Sabrina Gambino, titolare del fascicolo di inchiesta sulla morte del bimbo di 21 mesi di Rosolini, il piccolo Evan, di 21 mesi che lunedì era morto all'ospedale Maggiore di Modica, in provincia di Ragusa, dove era arrivato in condizioni disperate e con lividi su tutto il corpo.

Sottoposti a fermo di indiziato di delitto la madre e il convivente, entrambi in carcere per maltrattamenti e omicidio in concorso. "Lui non è stato sentito mentre la madre del bimbo, durante la sua deposizione, ha spiegato che era succube del compagno", spiega il procuratore.

Non è stata ancora fissata l'udienza di convalida dei fermi. Nel pomeriggio l'autopsia sul corpo del bimbo permetterà di ricostruire le ultime ore di vita della vittima e soprattutto le cause del decesso. In merito alla denuncia presentata dal padre del bimbo, il procuratore di Siracusa Gambino ha chiarito: "È stata presentata a Genova e non ne avevamo notizia. In ogni caso, dopo averla letta, emerge che era una segnalazione dai contenuti generici".

Secondo le prime ricostruzioni il bimbo sarebbe stato ucciso dalle violenze inflitte dal convivente della madre, violenze alle quali la donna non si sarebbe opposta in nessun modo. La polizia di Modica ha emesso un provvedimento di fermo nei confronti della madre del bimbo di 2 anni di Rosolini. Nella serata di martedì, la medesima misura cautelare era stata emessa per il compagno della donna, ritenuto responsabile delle lesioni al collo ed al viso inflitte al piccolo.

"Non era la prima volta che il piccolo subiva maltrattamenti, a quanto pare: in tanti sapevano, in tanti tacevano. Meglio il silenzio, lo stesso che, in molti situazioni simili, alimenta la connivenza dei violenti. Signore, ti prego, ascolta il grido di dolore dei tuoi piccoli figli". Così è intervenuto sul caso del piccolo Evan don Fortunato Di Noto, il sacerdote fondatore e presidente dell'associazione Meter Onlus.

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