mercoledì 3 settembre 2014
"Ci hanno trattato come criminali". La coppia inglese, fuggita in Spagna, ha potuto riabbracciare il figlio malato di cancro. "Volevamo una cura migliore per nostro figlio".
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"Ci hanno trattati come criminali. Mia moglie non smetteva di piangere in cella. Ci hanno sottratto tempo che avremmo potuto passare con i nostri figli". È il 'j'accuse di Brett e Neghmeh King, i genitori del piccolo Ashya King, ammalato di un tumore cerebrale e ricoverato a Malaga, oggi in conferenza stampa dopo essere stati liberati alle undici di ieri sera dal carcere di Soto del Real. Le condizioni del bambino di cinque anni, sotto custodia giudiziaria e assistito da un'infermiera 24 ore su 24, nel reparto materno infantile dell'ospedale di Malaga, rimangono stabili. I genitori, che lo riabbracceranno oggi, stanno valutando un'azione legale contro i responsabili dell'ospedale britannico, dove il piccolo Ashya era ricoverato, che li ha denunciati per "torture" su minore. Da lì il decreto internazionale di cattura, ieri sera revocato.  "Abbiamo portato via nostro figlio dall'ospedale perché gli vogliamo bne", hanno insistito i coniugi King. Avevano intenzione di trasferirlo in un altro centro medico per un trattamento terapeutico alternativo a quello previsto nel Regno Unito che, secondo i genitori, "avrebbe portato Ashya ad uno stato vegetativo". Con il piccolo e gli altri sei figli, i King si erano trasferiti a Malaga per vendere un appartamento di proprietà e poter pagare una terapia negli Stati uniti o nella Repubblica Ceca. Un ringraziamento speciale per l'interesse mostrato nei confronti della famiglia al premier David Cameron "Voglio ringraziarlo per il suo aiuto" ha dichiarato Brett King. I genitori del piccolo Ashya sono subito volati al suo capezzale in un ospedale di Malaga. "I genitori hanno potuto vedere il bambino senza problemi (...), è stato molto commovente", ha detto la stessa fonte.  Poco prima il padre del bimbo, Brett King, aveva espresso preoccupazione alla stampa per il fatto di non poter vedere suofiglio perché "non ha la tutela." Sono con il bambino ora e possono rimanere lì "ma non potranno farlo uscire dall'ospedale fino a quando non sarà risolto il problema della tutela", ha aggiunto la stessa fonte
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