sabato 19 novembre 2016
L'allarme dell'Unicef: in un anno 6 milioni di piccoli morti nel mondo per cause prevedibili. Nel nostro Paese oltre un milione in povertà assoluta. Per loro solo il 4% della spesa sociale
Bimbi senza diritti. E l'Italia fa ancora troppo poco
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Non c’è rapporto o indagine che non parli della situazione drammatica in cui vivono i bambini. I numeri dell’Unicef, snocciolati in occasione della Giornata dell’Infanzia che si celebra oggi, sono sconfortanti: 6 milioni di piccoli ogni anno muoiono nel mondo per cause prevenibili, con un incidenza doppia del rischio per quelli con meno di cinque anni che provengono da famiglie povere. Altri 50 milioni sono sradicati dalle loro case, 28 milioni dei quali a causa di conflitti. E ancora, 250 milioni in età scolare non ricevono istruzione, 300 milioni vivono in aree in cui si raggiungono i livelli più alti di inquinamento dell’aria. Ogni giorno, insomma, la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia viene violata due milioni di volte.

Il milione dimenticato. Mattarella: «Offrire futuro»

L’Italia non fa eccezione. Non ci sono guerre, nel nostro Paese, ma la povertà assoluta minaccia il presente e il futuro di almeno 1.130.000 piccoli, il 10% delle nuove generazioni (dati Istat per il 2016). Ed è solo un aspetto del loro disagio. Poi ci sono le violenze, i diritti negati a quelli malati o disabili, la situazione a se stante dei minori che in Italia arrivano da altrove, per rimanere o semplicemente per transitare. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, li ha ricordati lanciando un monito alla politica: «I bambini e gli adolescenti sono la speranza del Paese e abbiamo il dovere di offrire loro un futuro. Non è soltanto un dovere di solidarietà umana, ma è un investimento decisivo per la pace e lo sviluppo sostenibile». Un panorama, quello delle iniziative a sostegno dei bambini, ancora desolato se è vero che in Italia soltanto l’11% della spesa sociale è destinato ai capitoli disabili, famiglia e infanzia, esclusione sociale, abitazione: «Sono dieci punti in meno rispetto a Francia e Germania», ha ricordato la presidente della Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’adolescenza, Michela Vittoria Brambilla, «e si tratta di un fatto intollerabile». A guardare soltanto famiglia e infanzia, la percentuale in questione crolla al 4,1%. Con uno sforzo, secondo un calcolo effettuato nel 2015 dal Garante dell’Infanzia, equivalente a circa lo 0,2% del Pil.

Centrale, sempre secondo il capo dello Stato, il ruolo dell’istruzione. E poi c’è la situazione contingente dei piccoli colpiti dal sisma del centro Italia: «Il terremoto ha pesantemente inciso sulla condizione di tanti bambini e adolescenti – ha ricordato Mattarella –. Alcuni hanno perso la vita, altri sono stati testimoni del sisma trovandosi ora ad affrontare paure inedite e precarietà di vita. A questi giovani dobbiamo garantire il diritto all’istruzione e all’accesso a luoghi di svago». Pensare che allo stesso rischio – quello sismico, che coinvolge il 70% delle province italiane – di bimbi lungo lo Stivale ce ne sono oltre 5 milioni (dati Invg).

L'emergenza minori stranieri

Ma la Giornata dell’Infanzia è anche l’occasione per ricordare la situazione drammatica dei minori stranieri e non accompagnati che in numero sempre maggiore arrivano nel nostro Paese (quasi 20mila solo quest’anno, oltre 6mila dei quali spariti nel nulla). A loro, in particolare, ha pensato la Caritas di Roma con un dossier dedicato alle condizioni in cui vengono accolti nei centri di prima accoglienza della Capitale e alle problematiche che portano con sé: disturbi post-traumatico da stress e patologie correlate che, spesso, si manifestano con difficoltà di adattamento, disturbi dell’emotività, depressione e ansia, disturbi del sonno e sintomi psicosomatici. Alle loro spalle, nella quasi totalità dei 340 casi presi in carico nei primi 10 mesi di quest’anno a Roma, storie di grande povertà, violenza domestica e ambientale, racconti di viaggi al limite della sopravvivenza. Che la Caritas ora vuole raccontare agli altri minori, quelli che abitano nei quartieri in cui questi centri di prima accoglienza sono ospitati (Ostiense, Ponte Mammolo, Tusculana): da domani e per tutta la settimana ci saranno incontri nelle scuole e nelle parrocchie. Se i diritti sono calpestati, i bimbi possono (e devono) poterlo testimoniare.

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