sabato 14 settembre 2013
Per il decesso di Gloria sono indagati sette sanitari. Omicidio colposo, l’ipotesi di reato. Aperte quattro inchieste.
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Attendeva un trapianto del midollo perché affetta da leucemia falciforme. Così giovedì sera, al policlinico Tor Vergata di Roma, alla piccola Gloria di due anni e mezzo è stato inserito un catetere venoso per iniettare farmaci, operazione propedeutica all’intervento. Ma dall’anestesia totale la bimba siciliana è passata alla morte. I carabinieri del Nas hanno sequestrato la cartella clinica, su mandato della Procura di Roma che ipotizza l’omicidio colposo: sette gli indagati, i medici e infermieri in sala operatoria. Una manovra errata (o la scelta di un catetere troppo grande) avrebbe reciso una vena provocando il "collasso" di un polmone, trovato pieno di sangue. Un inchiesta è stata avviata anche dal ministero della Salute e dalla Regione Lazio. La bambina era ricoverata dal 2 settembre. Il direttore del policlinico di Tor Vergata, Enrico Bollero, parla di «evento avverso» e ha disposto «la costituzione di una commissione d’inchiesta» di specialisti esterni. I genitori, che hanno un altro bambino e ne attendono un terzo, sono distrutti ma decisi ad avere giustizia: «Mia figlia è uscita dalla sala operatoria alle 13,30 – racconta il padre, Tony Ascia – e a mia moglie hanno detto che i medici erano in pausa pranzo per il cambio turno. Al ritorno l’emocromo ha rivelato un forte calo dell’emoglobina. Hanno rifatto le lastre: c’era un’emorragia in corso. Un intervento da 40 minuti è durato 4 ore. Mia moglie è al quinto mese, ha le contrazioni. Spero solo che non mi abbiamo ammazzato anche questo figlio».
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