mercoledì 30 marzo 2016
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Meloni dice no: «È nuovo patto del Nazareno». Ipotesi voto il 5 giugno ROMA «Possibili sinergie». Queste le parole usate da Guido Bertolaso per lanciare un endorsement virtuale ad Alfio Marchini, il candidato sindaco al Campidoglio che è tornato a essere 'corteggiato' (come alle scorse ammini-strative) da Silvio Berlusconi e da Forza Italia, il partito che sostiene l’ex capo della Protezione Civile per la corsa al Campidoglio. L’apertura - ma non significa, precisa Bertolaso, che si ritirerà - arriva nel giorno in cui trapela ufficiosamente la probabile data del voto, il 5 giugno. «Sarebbe la riedizione del Patto del Nazareno», tuona l’altro candidato del centrodestra alla corsa in Campidoglio, Giorgia Meloni, forse lasciando intendere uno scenario che vedrebbe il possibile apparentamento di Marchini-Bertolaso anche con Roberto Giachetti, in caso di ballottaggio Pd-M5S. «Mia moglie voterebbe per lui», dice scherzando, ma non troppo, Bertolaso che già nei primi giorni della sua candidatura aveva confessato che se non fosse sceso in campo avrebbe votato per il candidato dem, ricordando il passato rutelliano di entrambi. «Se Berlusconi a Roma decide di perdere – chiosa la Meloni in tv – penso che segni il fatto che non è più il leader del centrodestra». Il ritorno di fiamma tra Forza Italia e Marchini, dunque, sbriciola ancora di più il centrodestra, con i candidati che non perdono occasione per accusarsi a vicenda. Lo stesso Bertolaso ha detto che «tira dritto senza guardare in faccia a nessuno» e ha definito una «fregatura» la candidatura di Giorgia Meloni. Che replica di non volere alimentare la polemica, ma di essere stata «estremamente leale con lui». E al «tradimento» Bertolaso risponde ipotizzando «possibili sinergie» con Marchini, anche se il diretto interessato - si vocifera nei corridoi - non avrebbe alcuna intenzione di cedere al corteggiamento, proseguendo da solo sulla sua strada, come conferma il suo braccio destro Alessandro Onorato. «Non mi sono candidata per dividere, ma per vincere - puntualizza intanto Meloni -. C’è la voglia di tentare una ricomposizione del centrodestra». Per il momento l’unica risposta «ufficiale» di Marchini arriva via Twitter, con un ironico «ti sei allargato », riferito - però - alle parole dell’ex capo della Protezione Civile che ha ipotizzato un Tevere balneabile entro cinque anni, promettendo anche un bagno a fine mandato. Il timore del bagno, stavolta a mare e sole permettendo, riguarda però la domenica scelta, che chiude il lungo 'ponte' del 2 giugno. In molti erano contrari a questa ipotesi, proprio per il rischio astensionismo. Ma, a quanto pare, si è puntato sul 5 giugno, scartando - per vari motivi - le altre ipotesi percorribili, il 29 maggio e il 12 giugno. Proprio per questo il governo sta valutando di tenere aperti i seggi non solo per la giornata di domenica, ma anche per la mattinata di lunedì, fino alle 14 o alle 15, come già è accaduto in passato. A giorni è attesa dal firma del Viminale sul decreto che stabilisce la data delle amministrative (per legge devono tenersi tra 15 aprile e 15 giugno). Il termine è l’11 aprile, cioè il 55° giorno precedente il voto. Poi resteranno circa due mesi di campagna elettorale per arrivare alla scelta di 1.300 sindaci in tutta Italia. (G.San.)
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