venerdì 12 marzo 2010
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Ci prova in tutti i modi Pierluigi Bersani, che per frenare l’onda anomala di Antonio Di Pietro tenta con il contingentamento dei tempi: cinque minuti per ognuno dei sette leader per l’intervento sul palco di piazza del Popolo, domani. A evitare anche l’immagine di una Unione ormai dissolta nel tempo, che il segretario del Pd non vorrebbe riesumare, con una Idv a fare da elemento disturbatore, come fu un tempo il Prc. E forse anche per questo il segretario del Pd evita di polemizzare con il premier che, pensando alla manifestazione di domani del centrosinistra, parla di «amalgama terrificante». Il segretario democratico taglia corto: «Berlusconi ormai è un disco rotto. Basta! Finiamola qui, mettiamoci a discutere dei problemi che interessano alla gente». Nulla di più, neanche per Paolo Bonaiuti, che rinvia la palla in campo avversario, dando del «disco rotto» per «gli stessi noiosi e banali insulti» ai leader dell’opposizione.Ebbene, Bersani ci prova a ridurre gli spazi all’alleato scomodo, ma Tonino Di Pietro non intende andare a risparmio e con un misto di ambiguità avvisa che sul palco da lui voluto ci sarà, e che parlerà di «Berlusconi e non solo». Per nulla intimorito dall’aut aut del numero due del Pd Enrico Letta, che conferma la rottura dell’alleanza in caso di un nuovo attacco al Quirinale, insomma, l’ex pm snocciola un elenco interminabile di argomenti da sviscerare domani. «Parlerò della crisi economica, del debito pubblico», ma anche «del prosciugamento della cassa integrazione, delle imprese lasciate a secco», e ovviamente «della giustizia sotto assedio, della corruzione dilagante», del «conflitto d’interessi», di informazione, «dell’assalto alla Costituzione», nonché delle «leggi ad personam» e dei «golpisti» che minano la democrazia. Cinque minuti saranno pochini, ma forse non ci sarà tempo per il temuto riferimento a Giorgio Napolitano, confida un Bersani che ostenta sicurezza in merito ed è pronto a sparare sul premier. Massimo D’Alema allora suggerisce la chiave di lettura: «Le regole sostanziali non sono cambiate, come Berlusconi avrebbe voluto», ma anche grazie alla «funzione di garanzia del Capo dello Stato».Dunque il leader del Pd conferma: «Io vado alla manifestazione con grandissima tranquillità». E non raccoglie la replica aspra al suo vicesegretario del capogruppo idv Massimo Donadi, per il quale il «bolscevico» Letta «ha detto una colossale sciocchezza, dopo il "gentleman agreement" tra Bersani e Di Pietro». Quanto al leader dell’Idv del Lazio Stefano Pedica, l’invito è ad «ascoltare tutto il discorso di Di Pietro, nel rispetto delle differenze, così come si rispettano i radicali, che non ci saranno, ma mandano Emma Bonino».
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