venerdì 1 febbraio 2013
​Ora «bisogna ricostruire un «quadro di collaborazione» fra istituzioni e, ha aggiunto il segretario del Pd, l'impegno stretto oggi è «una di quelle operazioni dal segno più al posto di tanti segni meno».
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​"C'è anche un fatto che riguarda le relazioni umane. Sembra una cosa banale ma non lo è: noi tre andiamo d'accordo". Lo ha detto il segretario del Pd e candidato premier Pierluigi Bersani, impegnandosi al Circolo della stampa sul "patto di lavoro per Expo" con il sindaco Giuliano Pisapia e il candidato alla presidenza della Regione Umberto Ambrosoli."Expo - ha detto Bersani - è un grande fatto italiano e l'Italia ha un bisogno disperato di leve credibili per guardare avanti, rimettere in moto risorse, creare un clima di fiducia e riprendere il suo volto nel mondo. Credo che le cifre che riguardano Expo la dicano lunga sulla rilevanza di questo evento, che già nella fase di costruzione può essere traino per una riscossa pratica e psicologica che può coinvolgere il Paese". Un evento, per Bersani, che "può dare colore al marchio Italia nel mondo: i temi dell'uguaglianza, dell'alimentazione, della salute, del vivere in modo sostenibile, un traino per noi e per le nostre produzioni". Al sindaco Giuliano Pisapia e alla sua amministrazione, da Bersani un "ringraziamento per la forza con cui ha ripreso" il percorso di Expo, in cui "Tremonti non ha mai creduto" mentre "Moratti e Formigoni litigando hanno portato a un rischio estremo". Ora "bisogna ricostruire un quadro di collaborazione" fra istituzioni e, ha aggiunto, l'impegno stretto oggi è "una di quelle operazioni dal segno più al posto di tanti segni meno".
SU BERLUSCONI: BASTA BATTUTE DA DUE SOLDILa stoccata principale è per Silvio Berlusconi, colpevole di aver addossato alla Germania le responsabilità della situazione italiana: "Bisogna stare attenti a questa battute da due soldi". Ma Pierluigi Bersani riserva attacchi anche ad altri principali protagonisti della campagna elettorale. "È una vergogna che un Paese in difficoltà sia trattato a colpi di favole", denuncia il segretario del Pd da Milano. Il riferimento è a Beppe Grillo. Ma anche a Berlusconi e la Lega Nord che, evidenzia, hanno governato il Paese negli ultimi anni e perciò "adesso non hanno il diritto di lamentarsi". Mentre il leader del M5S lo "indigna profondamente" quando fa certe promesse nel suo tour elettorale: "Sta girando le piazze della Sicilia e a gente con problemi serissimi dice che per tre anni darà mille euro a tutti". Nel mirino di Bersani entra anche il Carroccio con la vicenda delle quote latte: "Bisogna che Maroni, Bossi e la Lega dicano qualcosa. Devono dare spiegazioni e chiarire perché non hanno fatto pagare gli interessi buttando via 4,5 miliardi di euro".Bersani non manca di soffermarsi sull'inchiesta avviata nei confronti di diversi consiglieri lombardi del Pd, accusati di peculato per presunte irregolarità nei rimborsi regionali. In questa vicenda, dice, occorre "fare chiarezza" e "andare a fondo, a vedere bene" perché "sia chiaro che nessuno può fare la spesa con i soldi pubblici". E più un generale "bisogna cambiare sistema". Infine una conferma sulla propria disponibilità a un confronto televisivo con gli altri candidato, ma a unacondizione: "Dobbiamo esserci tutti". Il suo è soprattutto un messaggio per Berlusconi: "deve mettersi in testa che non c'è solo lui".CON RENZI A FIRENZESono oltre 2mila le persone arrivate all'Obihall di Firenze per l'incontro pubblico con Pierluigi Bersani e Matteo Renzi. All'interno del teatro ci sono 1.500 persone e molte altre sono fuori, per seguire l'incontro da un maxischermo allestito nell'adiacente 'Winter park'. Ad aprire l'evento il segretario metropolitano del Pd Patrizio Mecacci. Presenti nelle prime file i candidati toscani alle politiche, il segretario regionale Andrea Manciulli, il governatore Enrico Rossi, il vicepresidente del Senato Vannino Chiti.Matteo Renzi ha ribadito la sua lealtà verso Pier Luigi Bersani e l'impegno a battersi per far vincere il Pd alle elezioni. "Non ci sono bersaniani e renziani. C'è il Pd e non siamo qui per contarci", ha assicurato nel comizio con il segretario del Pd a Firenze. "Il Pd è tutti, non delle correnti - ha assicurato - dobbiamo dire con grande franchezza che l'Italia giusta ha bisogno di ognuno di noi. Noi oggi siamo qui per dire che Firenze vuole contribuire all'Italia giusta". "In Italia ci si stupisce se dopo una confronto duro e serrato c'è la correttezza di dire 'ha vinto lui, gli do la mano'. Dobbiamo abituare pedagogicamente il Paese. Costa fatica dal punto di vista dell'orgoglio, ma non abbiamo fatto una grande battaglia politica per continuare a fare gli scontri dopo. Quando i cittadini scelgono non si utilizzano poi gli schieramenti per fare una guerriglia costante che indebolisce le istituzioni e gli schieramenti. Noi siamo abituati alla lealtà, abitueremo anche gli altri", ha assicurato. "Un benvenuto particolare al prossimo presidente del Consiglio dei ministri, Pier Luigi Bersani". Così Matteo Renzi, sindaco di Firenze, ha salutato il segretario del Pd dal palco dell'Obihall di Firenze, dove i due sono protagonisti di una iniziativa elettorale congiunta. Renzi e Bersani prima di arrivare al teatro si sono intrattenuti per un caffé a Palazzo Vecchio: "Avevo pensato di tirare fuori il libro d'onore - ha detto - ma Pier Luigi, lo firmerai quando tornerai a Firenze da presidente del Consiglio. Ti verremo a cercare ovunque, e noi abbiamo esperienza di andare a cercare il presidente del Consiglio anche in sedi non istituzionali - ha concluso, riferendosi alla sua controversa visita ad Arcore da Silvio Berlusconi - ma con questo sarà più facile trovarlo a Palazzo Chigi"."O girano promesse o aggressioni, un po' di bastonate come suggeriscono i guru. In un anno Monti non ci ha mai trovato un difetto e ora da 15 giorni ce ne trova uno al giorno. Quella di oggi sul Pd nato nel '21 e' veramente infelice. Si può dire di tutto ma non ferire un progetto di cui non ha neanche una vaga idea". Così Pier Luigi Bersani."Chi sottovaluta Berlusconi commette un errore. Dobbiamo stare attenti a non considerarlo l'uomo del passato ma al tempo stesso non dobbiamo averne paura". Così Matteo Renzi, dal palco della manifestazione con Pier Luigi Bersani, invita a stare attenti al recupero del Cavaliere. "Non dobbiamo averne paura perché può ingaggiare Balotelli ma anche se ingaggia il mago Silvan non servirà a far sparire le cose che ha fatto e quelle che non ha fatto"."A chi non ha votato per me vorrei dire che non è sempre stato facile discutere, ma non dobbiamo avere paura di chi non la pensa come noi, non dobbiamo pensare che chi dissente è un nemico. Meglio dirci prima le cose senno' i finti unanimismi hanno fatto si' che per due volte Romano Prodi e' andato a casa. Non lo faremo". Cosi' Matteo Renzi, sul palco con Pier Luigi Bersani, si rivolge agli ex rivali delle primarie, invitando ad evitare gli errori del passato."Cari Pierluigi e Matteo, oggi a Firenze deve iniziare il secondo tempo della campagna elettorale. Dismettere i mocassini e calzare le scarpe da montagna. Impegnarci per un deciso cambiamento. Far conoscere agli italiani la qualità della nostra missione riformista". È il telegramma che Riccardo Nencini, segretario nazionale del Psi, invia al segretario del Pd e al sindaco di Firenze in vista dell'iniziativa in programma questo pomeriggio al teatro Obihall. "Firenze - prosegue Nencini, che nelle stesse ore sarà impegnato in un incontro con gli amministratori del Psi toscano- è stata spesso il laboratorio da cui sono uscite grandi novità per la politica italiana. Novanta anni fa, nel febbraio del 1923, qui nacque il Circolo di cultura socialista e liberale di Gaetano Salvemini e dei fratelli Rosselli. Da quella storia dobbiamo riprende il cammino".
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