venerdì 3 settembre 2010
Il segretario del Pd, inaugurando la nuova sede di Firenze, decide alzare i toni dello scontro politico. Pronta la risposta del Pdl: «La politica diventa fogna quando un segretario di partito parla così. Si scusi con gli italiani».
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Volano parole grosse. Si scalda Pierluigi Bersani, per il quale il «berlusconismo» fa «regredire la politica alla fogna». Il Pd si prepara alla campagna d’autunno, e se con l’alleato Di Pietro l’attrito resta forte, ma si continua a camminare insieme, i democratici cercano di trasformare la sponda dell’Udc in qualcosa di più solido. Così Massimo D’Alema inizia una corte serrata a Pier Ferdinando Casini, che, ammette il presidente del Copasir, «potrebbe essere un alleato» alle prossime elezioni. Ma per ora l’amore è a senso unico, e anzi il leader udc conferma che se si andasse a votare oggi, correrebbe ancora da solo. Lo stesso Casini, però, tesse la sua tela con l’Api di Rutelli, mentre si scalda ai nastri per la campagna d’ottobre contro il premier e la sua legge per il processo breve.L’autunno, insomma, si preannuncia caldo come l’estate. Questa volta, infatti, lo stesso Bersani arriva a usare termini forti, che urtano la suscettibilità degli avversari. «Se un uomo politico come Bersani giunge ad esprimersi con tali sorprendenti parole vuol dire che il Pd ha cessato di esistere politicamente», replica il coordinatore pdl Bondi, mentre per Cicchitto «la politica diventa una fogna quando un segretario di partito parla in questo modo».Ma il rischio che si corre, va oltre il segretario del Pd, è «un deterioramento ulteriore della politica». Perciò contro il processo breve, la battaglia sarà dura: «Berlusconi sta cercando di salvare il suo processo cercando di evitare che saltino altre decine di migliaia di processi». Ma, insiste Bersani, «non abbiamo ancora la Costituzione di Arcore e abbiamo sempre la nostra Costituzione che non è facile da aggirare». La proposta democratica, allora, deve essere quella di «alleanze credibili. Dobbiamo realizzare una "nuova riscossa italiana". Su questo progetto e sulle idee e le proposte lavoreremo nelle prossime settimane. Per l’autunno proporremo una mobilitazione straordinaria».E sul processo breve Bersani avrà dalla sua tutti i partiti di minoranza. Ma spera di andare oltre. «In Parlamento – continua – faremo un’opposizione drastica e forte e chiederemo coerenza a quelle forze del centrodestra che fin qui hanno avuto da ridire, e che pensano che il processo breve sia una sorta di amnistia per Berlusconi». Casini, a conferma, non è da meno: «Non è una cosa che si può fare. È un’indecenza».Nessuno pensa a un’alleanza con Fini, precisa D’Alema. «Fini è un uomo di destra ma siccome in nome della legalità critica Berlusconi, mi interessa come interlocutore e non per fare un’alleanza insieme», spiega l’ex premier ds, che chiede al presidente della Camera di «spiegare le sue ragioni che io credo siano quelle di una destra diversa, democratica con il senso dello Stato. Quanto alle alleanze, per D’Alema «in caso di elezioni dobbiamo cercare di vincerle e abbiamo la possibilità di vincerle» con il nuovo Ulivo indicato da Bersani: «Un cantiere su cui tutti lavoreremo». Se poi Di Pietro insiste nel non volere alleato Casini, D’Alema ricorda che quello «che ha detto Di Pietro è già stato smentito dal suo stesso partito». L’obiettivo di sconfiggere Berlusconi non va offuscato e «il precedente del Piemonte insegna».Il Pd non è l’unico a lavorare al cantiere. Casini continua a parlare di «intesa con l’Api. C’è – dice – una grande condivisione su tante cose, sulla maggioranza dei temi». Ma di più l’ex presidente della Camera non si sbilancia. Piuttosto conferma che «non ho mai avuto la tentazione di entrare nella maggioranza». Mentre «se si votasse tra due mesi noi non dobbiamo avere paura di testimoniare un’idea scomoda. Un’alleanza politica si salda sui principi, non è solo trovare un nome per vincere». Se poi «ci sarà un’evoluzione di Pd e Pdl vedremo, si creeranno condizioni diverse».
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