sabato 31 agosto 2013
Parziale dietro front del Cavaliere: smentendo di aver dato l'ultimatum al governo in caso di voto positivo del Pd alla decadenza da senatore, ha augurato lunga vita all'esecutivo. Ma ha ribadito che "è assurdo che il Pd pretenda che un'altra forza alleata possa restare a collaborare se gli si sottrae il fondatore e il leader". Il Cav ha firmato i 12 referendum radicali sulla "giustizia giusta" e sui "diritti umani", tra cui quelli sull'8 per mille e sul divorzio breve.
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"Non ho pronunciato nessun ultimatum, io ricordo che questo governo è stato voluto fortissimamente da me, e sono convinto che l'Italia abbia bisogno che il governo continui a governare", ha affermato Silvio Berlusconi sabato mattina. "E addirittura - ha aggiunto - non sono d'accordo con certe critiche perchè questo governo sta anzi facendo cose egregie"."I giornali hanno messo come mio ultimatum il fatto che cadrebbe il governo se fosse votata la mia decadenza. Non ho mai pronunciato questa frase: in un ragionamento con i nostri, ho ricordato che questo governo l'ho voluto io fortemente e sono convinto che all'Italia serva un governo che continui a governare", ha detto Berlusconi. Però, ha aggiunto il Cavaliere, "è assurdo che una forza democratica che è alleata al governo con un'altra forza democratica possa restare a collaborare al tavolo del governo se gli venisse sottratto il leader". Parole quasic ontraddittorie, che riflettono da una parte la lealtà all'Esecutivo e dall'altra la voglia di spazzare via la condanna definitiva per l'inchiesta Mediaset, che gli "vale" un voto sulla decadenza a senatore, nel lavacro elettorale. Berlusconi stesso tiene a precisare che il partito è unito dietro di lui. Ciò vale innanzitutto per i ministri del Pdl, assicura, visto che sono pronti a dimettersi in caso di sua decadenza: "Lo dicono loro, chiedeteglielo", chiosa l'ex premier. I 12 referendumSilvio Berlusconi ha parlato ai gazebo dei referendum radicali nel banchetto a Largo Argentina, a Roma, dove questa mattina ha firmato i 12 quesiti sulla "giustizia giusta" e sui "diritti umani". Tra questi ultimi, un referendum chiede la "libertà di scelta nella destinazione dell’otto per mille" (in pratica, si domanda che la quota relativa alle scelte non espresse rimanga in capo al bilancio generale dello Stato e non venga redistribuita alle varie confessioni religiose) e un altro, quello di "divorzio breve", chiede di  chiede . eliminare il periodo di tre anni di separazione obligatoria prima del divorzio.Firmo anche i referendum su cui non sono d'accordo - ha ricordato Berlusconi, circondato dai vertici radicali, tra i quali Marco Pannella - perché credo sia giusto che agli italiani sia dato il diritto di esprimere il loro voto, con un sì o con un no, sui problemi che gli vengono sottoposti. Ma non c'è niente sui refendum sulla giustizia che possa riguarda la mia posizione".

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