martedì 22 gennaio 2013
Berlusconi: le rinunce colpa di toghe politicizzate. Esclusioni dolorose, un sacrificio per fermare Bersani. E l'escluso: io vittima di una montatura.
INTERVISTA Mirabelli: l'onorabilità viene prima della legge (Danilo Paolini)
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*** AGGIORNAMENTO DEL 30 SETTEMBRE 2020 L'ex sottosegretario Nicola Cosentino assolto in appello nel processo "Il Principe e la scheda ballerina" per uso di capitali illeciti nella costruzione di un centro commerciale a Casal di Principe. LEGGI QUI


«Ma come? Tutte queste foto per un impresentabile?». È un Nicola Cosentino battagliero, quello che all’indomani della travagliata esclusione dalle liste del Pdl, ironizza sui ripetuti flash dei fotografi, accorsi all’hotel Excelsior di Napoli insieme ad un plotone di cronisti per la sua conferenza stampa. Un incontro-fiume, previsto alle 12 ma slittato al pomeriggio per la troppa ressa, nel quale l’ex sottosegretario pidiellino. Accompagnato da due legali, si difende con veemenza, dicendosi vittima di una «montatura»: «Perché io fuori e gli altri dentro? Perché sono il capo degli impresentabili. Su di me ci sono stati un accanimento e un’aggressione mediatica senza precedenti». Con la stampa, Cosentino ha il dente avvelenato («Imbarazzante è lei e le domande che fa», dirà alla fine ad una giornalista). Le prime parole invece sono per precisare di «non aver fatto un passo indietro. Ho lottato fino alla fine per ottenere una candidatura. E avrei potuto farlo con uno dei tanti partiti che me l’hanno offerto. Ma non vendo la dignità per l’immunità». Sul giallo delle liste campane, "scomparse" lunedì per alcune ore, offre la propria versione: «Non sono mai scappato da niente e da nessuno. Una parte dei documenti li avevo io e li ho consegnati al mio commissario (Nitto Palma, ndr) che dalle cinque era in tribunale». Anche riguardo all’esclusione decisa in via dell’Umiltà, Nick ’o ’mericano smorza i toni: « La accetto, se può servire a prendere voti in più e battere le sinistre, va bene...». Nessun addio con porte sbattute né dimissioni dal partito , insomma: «Resto fortemente vincolato al progetto del Pdl. Non mi considero un fighetto di palazzo. Mi dedicherò a dimostrare la mia innocenza nelle vicende penali che mi coinvolgono». L’afflato irenico, tuttavia, è a intermittenza e ogni tanto Cosentino scocca qualche dardo. Uno è per il segretario del partito Angelino Alfano, col quale nega di esser venuto quasi alle mani il giorno prima, ma che comunque liquida con sarcasmo: «Non ho nulla contro i perdenti di successo...». Un altro, più soft, è per il presidente pidiellino della Regione, Stefano Caldoro: «Ora toccherà a lui gestire la campagna elettorale. E non potrà più giocare al buono e al cattivo». La frecciata più acuminata è per il finiano Italo Bocchino: «L’unico referente dei Casalesi in Parlamento è lui, eletto nel 1996 nel collegio di Casal di Principe - attacca -. Le sue fortune sono iniziate da là. Io invece ero candidato a Piedimonte Matese, dove la camorra non esiste, poi sono stato eletto nei listini bloccati. E nell’unico voto con preferenze, ho perso alle provinciali del 2005. Ma questi Casalesi sarebbero un clan di fessi, che scelgono male il loro referente?».Allusioni alle quali Bocchino replicherà più tardi: «Essere stato il riferimento in Parlamento della gente perbene di quella terra martoriata da Gomorra, senza esser stato toccato da alcuna inchiesta, è per me motivo d’orgoglio». L’unico big del centrodestra per il quale Cosentino ribadisce il rispetto è Silvio Berlusconi: «Una persona straordinaria, alla quale mi lega un rapporto di amicizia e di stima». Dal canto suo il Cavaliere, nel corso di un’intervista a Studio Aperto, ringrazia quanti hanno «rinunciato di propria sponte». Il riferimento implicito è, in primis, a Marcello Dell’Utri, Claudio Scajola e Marco Milanese: «Abbiamo dovuto chiedere a nostri amici e colleghi di rinunciare ad essere presenti nelle liste, perché una magistratura politicizzata li aveva attaccati - dice Berlusconi -. È stata una scelta dolorosa, ma dovevamo farlo, altrimenti poteva diminuire il nostro consenso...». Gocce di balsamo sulle ferite degli esclusi "eccellenti", che ora dovranno vedersela coi procedimenti penali che li riguardano, alcuni già nella fase di rinvio a giudizio o di dibattimento. Come i due che vedono imputato Cosentino per concorso esterno in associazione camorristica. Il primo inizia oggi, a Santa Maria Capua Vetere: «Ora sono un cittadino comune, senza poteri di condizionare - dice lui -. E se dovrò andare in galera, spero sia a fronte di una sentenza».

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