lunedì 29 luglio 2013
​​Attesa per la decisione della Cassazione che domani si pronuncerà sulla condanna del Cavaliere sui diritti tv. Dopo l'annuncio dell'ex premier, i falchi del Pdl si dicono pronti a lasciare il governo e il Parlamento. Stamattina in piazza Montecitorio sit-in 5 stelle a difesa della Costituzione. Nessun timore di Letta: Italia più stabile di quanto ci si aspetti.
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​Non si chiuderà nella giornata di domani il sipario sul processo Mediaset: a quanto si è appreso in Cassazione la decisione su una eventuale richiesta di rinvio da parte dei legali di Silvio Berlusconi o degli altri imputati potrebbe essere resa nota solo dopodomani, mercoledì. Nel caso, poi, che il rinvio non venisse chiesto, o concesso, il verdetto sul processo potrebbe arrivare addirittura giovedì. Nel ruolo di udienza, infatti, ci sono anche altre cause oltre a Mediaset.Un "ruolo di udienze" che vede anche altre cause in discussione domani e la complessità della vicenda giudiziaria, per la quale è previsto l'intervento in aula di almeno sei avvocati oltre al procuratore generale, fanno ritenere più probabile che il processo in Cassazione, che di consuetudine si conclude nella stessa giornata dell'udienza, prenda uno o due giorni in più. Le fonti indicano quindi come data possibile per la lettura del dispositivo della sentenza mercoledì o giovedì prossimo.LETTA: NON HO PAURA DELLA SENTENZA«Non ho paura. L'Italia è più stabile di quanto ci si aspetti'». Così il premier Enrico Letta risponde a una domanda di un partecipante a un seminario ad Atene sull'Europa in merito all'attesa decisione della Cassazione su Silvio Berlusconi.

DI GIROLAMO: NO AVENTINO, MA NOSTRO POPOLO REAGIRÀIn caso di condanna di Silvio Berlusconi, gli esponenti del Pdl non si dimetteranno dal governo e dal Parlamento, "ma non so prevedere le reazioni del partito e del nostro popolo di fronte a una sentenza negativa. Stavolta il popolo non sarà silente. Il nostro è un partito che si regge sulla figura di Berlusconi. E quello Mediaset è un processo assurdo. Confalonieri giustamente è stato assolto. Che senso avrebbe condannare Berlusconi che non aveva nessun ruolo?". Lo afferma Nunzia De Girolamo, ministro per le Politiche agricole, in un colloquio con il Messaggero. "C'è da augurarsi che Berlusconi in carcere non vada. Nulla sarebbe più prevedibile, dopo. Né la reazione del nostro partito né quella del Pd", dice De Girolamo, secondo cui anche tra i democratici "i contraccolpi sarebbero forti. Per molti di loro si chiuderebbe una stagione: quelli che hanno vissuto di antiberlusconismo se ne vanno a casa". Nel colloquio, De Girolamo parla anche delle 'olgettine'. "Nessuno obbligava quelle ragazze a visitare Arcore. Hanno sbagliato a essere leggere, se lo sono state. Siamo sempre noi donne a scegliere una strada o il suo opposto", dichiara il ministro, che sottolinea: "con me Berlusconi si è sempre comportato in maniera ineccepibile".NITTO PALMA (PDL): CONFIDO IN UN RINVIO"Io confido in un rinvio della decisione, ma se la Cassazione non si pronunciasse per un rinvio, potrebbe solamente annullare la sentenza, in ragione di precedenti pronunce, sempre su casi riguardanti Berlusconi, per fatti identici a quelli contenuti nella sentenza milanese. Se, però, dovesse esserci una conferma della condanna, non credo possa avere effetti sulla vita del governo", dove "le vere fibrillazioni riguardano il Pd". Lo afferma il presidente della commissione Giustizia del Senato, Francesco Nitto Palma, in un'intervista al Secolo XIX. In caso di condanna, "ii Cavaliere sarebbe fuori dal Parlamento in virtù dell'interdizione dai pubblici uffici, ma rimarrebbe il leader del centrodestra. Per quello non è necessario ricoprire alcuna carica parlamentare", dice Nitto Palma citando il ruolo di Beppe Grillo nell'M5S. "Certo, una condanna produrrebbe una soluzione forzata, ma non eliminerebbe certo Berlusconi dal mondo politico". L'ex ministro della Giustizia ribadisce la compattezza del Pdl sulla sua linea di sostegno al governo. "Le persone che hanno le maggiori responsabilità all'interno del Pdl si muovono su questa linea. Piuttosto, Letta si guardi dal Pd. Il premier - dice - ha provato a superare la logica amico-nemico, mentre nel Pd c'è chi aspetta con ansia la condanna di Berlusconi".ZANDA: NO REAZIONI EVERSIVE O CADE GOVERNO"Il governo Letta non ha esaurito la sua funzione. Se cade ora, c'è il rischio di pesanti conseguenze con una possibile crisi sociale", ma non si può andare avanti "a tutti i costi". Per il capogruppo del Pd al Senato LuigiZanda, intervistato dalla Stampa, una condanna di Silvio Berlusconi non significherebbe, di per sé, la rottura del patto di governo col Cavaliere, ma se il Pdl avrà "reazioni eversive" l'alleanza "verrà meno". "Sono settimane che dal Pdl si alzano voci che allarmano, ogni giorno c'è qualcuno che minaccia uno sfracello. La Cassazione non si è ancora riunita e già si annunciano rotture, ci si predispone a rese dei conti con la magistratura e chissà chi altro", osserva Zanda. "In questo Paese abbiamo già assistito una volta all'occupazione di un Palazzo di giustizia e a reazioni di fatto eversive, successive a questa o quella sentenza. Ecco, di fronte ad atteggiamenti così non potremmo che prender atto del venir meno di elementi di principio costitutivi dello stare assieme". In merito all'eventuale voto in Giunta sulla decadenza, "non dovrebbe esserci materia di discussione, almeno per noi del Pd", dice Zanda. "Dobbiamo prendere atto e rendere operativa una sentenza della magistratura". LUPI: DIMETTERCI? LO DECIDEREMO CON BERLUSCONILa condanna di Silvio Berlusconi "sarebbe un fatto gravissimo, un'ipotesi che neanche prendo in considerazione". E sul fronte delle possibili conseguenze sull'esecutivo, "essendo un governo politico la decisione spetterebbe ai partiti, al Pdl così come al Pd. E non potrebbe che essere una decisione assunta nella collegialità del Pdl con il suo leader". Così il ministro delle Infrastrutture ed esponente del Pdl Maurizio Lupi in un'intervista a Repubblica in cui sottolinea che "la condanna del leader dei moderati sarebbe un fatto mai accaduto in nessuna democrazia". Per Lupi "nessuno può dubitare della stabilità dell'esecutivo perchè chi più di tutti ha voluto farlo nascere è stato proprio Silvio Berlusconi, e l'ha fatto perché consapevole della crisi economica". Osserva Lupi: "La situazione non mi sembra cambiata. La nave è partita ma deve essere condotta in porto. E la navigazione è perigliosa". E insiste: "C'è un tema oggettivo che riguarda il ruolo della magistratura e delle istituzioni. Ognuno si assume le proprie responsabilità. Il Pdl - dice Lupi - sta dimostrando unità attorno al suo leader e sta sottolineando alcune anomalie, come la battaglia che da vent'anni c'è contro Berlusconi da parte di una piccola fetta della magistratura".

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