lunedì 20 settembre 2010
Il premier  ha invitato ieri le forze più "responsabili" delle opposizioni a sostenere il governo e le riforme: «La legislatura terminerà nel 2013». Casini si è scagliato contro i parlamentari siciliani in uscita: «Berlusconi non avrà i 316 voti».
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A nove giorni dal discorso programmatico che terrà in Parlamento, Silvio Berlusconi alterna ottimismo, appelli e moniti. Da un lato invita le persone responsabili che siedono nei banchi delle opposizioni a sostenere il governo e le riforme. Dall'altro mette in guardia chi progetta giochi di palazzo per sostituire l'attuale Esecutivo sulle conseguenze che ciò avrebbe in termini di consensi elettorali. Infine, rassicura tutti sul fatto che la legislatura terminerà nel 2013. La situazione in Parlamento, afferma in collegamento con una manifestazione di Noi Sud, uno dei gruppi parlamentari che dovrebbero contribuire all'allargamento della maggioranza, è "sotto controllo". Poco dopo, in collegamento con la kermesse del Pdl veneto a Cortina, precisa meglio il suo pensiero. Ricorda innanzitutto che la "moralità" introdotta in politica con la sua discesa in campo lo "obbliga a realizzare il programma". Parla delle sfide che il governo ha davanti a sé: dalla necessità di "completare le riforme", a quella di "superare gli ultimi strascichi della crisi". Ma è sulla partita che si giocherà il 28 a Montecitorio (al Senato i numeri gli danno più sicurezza) che il premier concentra il cuore del suo intervento. "Tra pochi giorni presenteremo i cinque ormai famosi punti", è la sua premessa. Un "grande patto di legislatura", aggiunge con quello che suona come un primo monito, "che tutti i parlamentari della maggioranza saranno tenuti a rispettare e sottoscrivere solennemente". Ciò non solo in rispetto al "mandato elettorale", ma anche per il bene del Paese. Segue l'appello alle opposizioni. "A tal proposito rivolgeremo l'invito anche alle forze più responsabili dell'opposizione affinché possano valutare il nostro programma di riforme e mettano da parte i loro pregiudizi sterili". E aggiunge, "anche dalla minoranza si può concorrere a fare l'interesse" dell'Italia. Un appello che non deve stupire perché segue quello di altri esponenti del Pdl sempre dal palco di Cortina: Maurizio Sacconi prima, Gaetano Quagliariello poi. Casini. Il premier Silvio Berlusconi "dovrebbe fare il ministro delle Attività Produttive prima del 28 settembre". Lo ha detto il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini parlando a Skytg24. "Lo sfido - ha aggiunto - a fare prima del 28 anche il rimpasto così sarà immune da ogni accusa di campagna acquisti". "Berlusconi, rimpasto o no, sottosegretariati o no, non otterrà 316 voti il 28 settembre". Lo ha detto il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini in un'intervista a SkyTg24. "Vediamo - ha aggiunto - se ho ragione". In ogni caso, secondo Casini il premier "continuerà a governare", ma la sua "campagna acquisti" di questo periodo di fatto avrà legittimato, in caso di crisi, "un tentativo serio di fare governi senza di lui".Maroni. "Se c'é una maggioranza convinta e solida si può andare avanti, altrimenti dubito che si possa continuare navigando a vista". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, parlando della situazione politica attuale a margine dell'inaugurazione di un asilo nido realizzato in una villa sequestrata alla criminalità organizzata a Lonate Ceppino (Varese). "Guardiamo al prossimo discorso di Berlusconi alle Camere con grande interesse perché sarà un po' uno spartiacque - ha aggiunto Maroni -. Le cose che siamo riusciti a realizzare non credo saremmo riusciti a farle con una maggioranza raccogliticcia, quindi anche dal punto di vista istituzionale sono interessato a capire che cosa succede".
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