«Ho sentito da una radio di sinistra una storiella: 'C’era una volta un tiranno in Italia, un despota cattivo cattivo cattivo, che aveva dei giornali, delle tv, una squadra di calcio'... E adesso? E adesso - aizza compiaciuto la folla - c’è ancora!». Berlusconi lancia da Napoli l’ultimo urlo di guerra contro la sinistra prima del voto: «È impossibile votare per loro, non hanno vergogna a ripresentarsi, non fanno e non fanno fare, sono cattivi, godono del male e dell’odio». Di fronte il premier ha duemila fan partenopei assiepati nel padiglione 6 della Mostra d’Oltremare. Per arrivare ha superato i resti dei roghi di rifiuti appiccati nella notte. «Colpa loro, sono degli incapaci, io avevo risolto tutto in 58 giorni... È una sconcezza».L’affondo è contro Iervolino e Bassolino, ma nella testa ha anche Milano, la sfida tra Moratti e Pisapia («amico dei facinorosi»), e gli altri 12 milioni di italiani che andranno alle urne tra domani e dopodomani. Così spinge sulle parole della discesa in campo («libertà dai comunisti, sono ancora loro, quelli di venti anni fa..»), e nella hit parade delle riforme da fare subito dopo le amministrative fa salire quella del fisco al secondo posto, dietro la giustizia (e le intercettazioni), e davanti a quella delle istituzioni. Poi, in serata, da Latina, farà l’annuncio choc: finché ci saranno le trasmissioni di Santoro e Floris «non pago più il canone». I suoi sostenitori napoletani, per entrare, devono farsi spazio in uno stretto corridoio creato dagli agenti per dividerli dai 150 contestatori dei centri sociali e dei comitati anti-discariche. Dentro cantano in dialetto «Meno male che Silvio c’è». Diversi gruppetti hanno in mano un cartello: «La casa è tutto». Il premier coglie la loro richiesta, e conferma: «Faremo un decreto che sospende gli abbattimenti sino a fine anno, poi valuteremo caso per caso, ma non toglieremo la casa a chi si ritroverebbe in mezzo a una strada». Il candidato a sindaco Lettieri - che nella sua compilation elettorale mette anche Pino Daniele, cantante con simpatie a sinistra - gli chiede due, tre volte una legge speciale per sanare i conti. Lui non risponde, ma gli fa una contro-promessa: «Fin quando ci sarà un solo sacchetto a terra non pagherete la Tarsu». È il colpo a sorpresa annunciato da ieri.Il finale è un estremo richiamo a convincere chi ha perso la voglia di votare. «Dite a tutti che i media di sinistra raccontano menzogne. Le ultime puntate di Ballarò e Annozero sono state scandalose, in nessun Paese al mondo la tv pubblica arriva a tanto. E oggi il giornale del tesserato numero uno del Pd (si riferisce e De Benedetti e a 'la Repubblica', ndr ) ha scritto che sono come Hitler...». Vincere a Napoli e a Milano - confessa - significa far andare avanti il governo e «le riforme che mancano», finora bloccate da Fini e Casini. Conferma che la maggioranza crescerà ancora, annuncia gli ingressi nell’esecutivo di Galati e Pionati, ma nega che i responsabili siano stati 'acquistati'. L’unico velato accenno al Colle è quando dice che «solo tre nuovi sottosegretari» non venivano dalla maggioranza del 2008. Poi l’assalto ai pm - in particolare a Magistratura democratica, «corrente-partito» che si sarebbe presa la «sovranità» - e alla «peggiore opposizione d’Europa».