venerdì 23 luglio 2010
«A me interessa poco di cosa la Fiat voglia andare a fare in Serbia, a me interessa che lo stabilimento di Mirafiori resti aperto e siano garantiti i livelli occupazionali, investendo come si è fatto a Pomigliano»; lo ha affermato il ministro Roberto Calderoli (Lega). Intanto cresce l'attesa per il tavolo di confronto convocato a Torino dal ministro Sacconi per mercoledì 28 luglio.
- Osservatore Romano: insostenibile delocalizzazione
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«A me interessa poco di cosa la Fiat voglia andare a fare in Serbia, a me interessa che lo stabilimento di Mirafiori resti aperto e siano garantiti i livelli occupazionali, investendo come si è fatto a Pomigliano». Lo afferma il ministro Roberto Calderoli (Lega) che aggiunge: «Ho fiducia nel tavolo promosso dal nostro Roberto Cota a Torino la prossima settimana, diversamente saremmocostretti a far pagare il conto non soltanto alla Fiat, ma a tutte le altre imprese, di quanto hanno ricevuto in questi decenni dallo Stato, perché, torno a ripetere, non si può pensare di sedersi ad un tavolo, mangiare con aiuti di Stato e incentivi e poi andarsene senza pagare il conto!».LA CONVOCAZIONE DI SACCONISulla vicenda Fiat è intervenuto anche il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maurizio Sacconi, che d'intesa con il presidente della Regione Piemonte, «convoca la Fiat Auto e le organizzazioni sindacali di categoria e confederali per l'esame del Piano "Fabbrica Italia" e delle sue ricadute produttive e occupazionali sui siti produttivi italiani». Lo fa sapere il ministero in una nota. «Il confronto tra parti e istituzioni si svolgerà mercoledì 28 alle ore 10 presso la Regione Piemonte a Torino».Per Sacconi tra la vicenda di Pomigliano D'Arco e l'annuncio della delocalizzazione in Serbia c'è un legame fondamentale, che è quello di una «buona utilizzazione degli impianti, basato soprattutto sulle relazioni industriali. Fiat cerca l'incentivo all'investimento nell'ambito di comportamenti sindacali cooperanti. A noi quello che interessa è saturare gli impianti italiani e garantire buoni investimenti negli impianti italiani. Di questo discuteremo, nel frattempo noi lavoriamo per costruire. Capisco che per qualcuno possa essere difficile capirlo». BERLUSCONI: DELOCALIZZAZIONE NON A SCAPITO DELL'ITALIA«In un'economia di mercato un gruppo industriale è libero di stabilirsi dove ritiene più opportuno. Spero non accada a scapito della produzione in Italia e dei lavoratori». Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha commentato così nel corso della conferenza stampa congiunta con il presidente russo Dimitri Medvedev la decisione del Lingotto, anticipata ieri dall'amministratore delegato Sergio Marchionne, di produrre la nuova monovolume in Serbia.Al centro dell'incontro con il presidente della Federazione Russa, che si è svolto oggi alla Prefettura di Milano, Silvio Berlusconi ha assicurato a Medvedev di essere «impegnato per portare avanti il problema» della liberalizzazione dei visti per i cittadini russi «a livello europeo», chiedendo «di inserire il tema della prossima riunione dei Capi di Stato e di governo europei», e di averne parlato al presidente della Commissione Ue Josè Manuel Durao Barrosso e al Commissario Antonio Tajani.
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