venerdì 6 marzo 2015
Si è concluso il periodo di servizio sociale all'Istituto Sacra famiglia di Cesano Boscone prescritto dal Tribunale di Sorveglianza di Milano. "La politica ha molto da imparare da chi opera qui"
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Silvio Berlusconi non sarà più costretto tornare alla Fondazione Istituto Sacra famiglia di Cesano Boscone. Se lo farà, sarà su sua iniziativa, "per continuare l'impegno" e la sua "esperienza toccante" e non, come ha fatto quasi tutti i venerdì dal 9 maggio scorso, per assistere i malati di Alzheimer, come gli era stato prescritto dal Tribunale di Sorveglianza di Milano per espiare quell'anno di affidamento ai servizi sociali inflitto all'ex premier per il caso Mediaset (quattro anni di cui tre condonati, fine pena l'8 marzo).  Berlusconi è arrivato alle 9, ad attenderlo la consueta "pasionaria" (questa volta con un altro supporter) che non è mai mancata all'appuntamento del venerdì. La variopinta signora ha agitato palloncini, cantato inni di sua composizione al "leader migliore di tutti". E il leader di Forza Italia, nell'allontanarsi dalla Sacra Famiglia ha salutato i presenti con un cenno della mano. Commenterà brevemente poi il tempo trascorso alla Sacra Famiglia, reduce dall'Uepe (Ufficio Esecuzione penale esterna di Milano) per certificare la fine del suo servizio: "Mi sento riabilitato? No", ha detto. È finita? "Non si finisce mai", ha aggiunto sorridendo. Prima aveva commentato ufficialmente con una nota il suo servizio nella struttura: "L'incontro con la Sacra Famiglia di Cesano Boscone, il tempo passato con i malati, con i volontari, con gli operatori sanitari e sociali è stata un'esperienza toccante e ha rappresentato una pausa di serenità. Per questo intendo continuare questa esperienza e questo impegno". Un'esperienza che gli fa concludere: "Credo che la politica, tutta la politica, avrebbe molto da imparare dall'umanità e dalla dedizione che ho trovato tra coloro che volontariamente e generosamente si dedicano alla cura di chi soffre". Da parte sua, la Sacra Famiglia ha sottolineato che all'interno del Nucleo Alzheimer, "Silvio Berlusconi ha svolto le attività che generalmente può fare un volontario e per le quali non è richiesta una specifica preparazione professionale". "Vogliamo sottolineare - ha detto il direttore Paolo Pigni - la massima serietà con cui la nostra struttura ha collaborato con le istituzioni mettendosi a disposizione dell'autorità giudiziaria per garantire che il servizio prestato dal dottor Silvio Berlusconi si svolgesse in modo corretto. A tal proposito, abbiamo espresso le nostre valutazioni nelle sedi opportune secondo quanto previsto dalla legge. Dal Tribunale ci era stato chiesto il massimo riserbo e noi lo abbiamo sempre rispettato". Un rispetto dovuto a Berlusconi ma soprattutto alle 20 persone del padiglione San Pietro che l'ex premier ha visto il venerdì, "persone con perdita delle facoltà cognitive, ridotte autonomie fisiche e funzionali e presenza di disturbi del comportamento". "Abbiamo fatto il nostro dovere, ci siamo lasciati con una stretta di mano. Il bilancio è stato assolutamente positivo", ha concluso Pigni.
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