venerdì 27 agosto 2010
Duro attacco al progetto di Bersani, ma anche all'idea di Bocchino di aprire la maggioranza a pezzi dell'opposizione. «Quest'estate passerà alla storia per il ritorno della poliica del teatrino».
- Bersani si ribella: nel Pdl solo insulti e manganello
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Da un lato l’estate delle chiacchiere, del «ritorno alla vecchia politica del teatrino» che immagina «ammucchiate fuori del tempo». Una risposta, sia pur implicita al segretario del Pd Pier Luigi Bersani, che ieri su Repubblica ipotizzava «un’alleanza democratica per una legislatura costituente». Dall’altro il «governo del fare». In un messaggio audio inviato ai Promotori della Libertà, e pubblicato sul loro sito, Silvio Berlusconi rilancia il programma del governo, «l’unico punto di aggancio vero nei confronti dei nostri elettori». E scommette sulla durata fino al termine della legislatura.Si sente rafforzato dall’esito del vertice di Villa Campari. Ha ammansito l’alleato pronto alle urne, Umberto Bossi. Ora si dice sicuro che il "dissidente" Gianfranco Fini alla fine non farà mancare il sostegno ai cinque punti del Governo, anche se per il momento il vento che tira è ancora forte e teso. E per il momento accantona esplicite aperture della coalizione all’Udc. Anche se il dialogo su temi specifici continua a essere fittamente intessuto. In attesa di tempi in cui possa consolidarsi. Dunque, il governo va avanti - è il messaggio - e non deflette dalla compagine e dalle cose da fare per cui è stato scelto dagli italiani. I punti della verifica, sottolinea il presidente del Consiglio a conclusione del messaggio, sono «la continuazione concreta di una politica tutta tesa ai fatti: su quei punti e per quei punti sono stati eletti tutti i rappresentanti del Popolo della libertà che su quei punti e per quei punti saranno chiamati ad impegnarsi per portare a termine una legislatura fruttuosa e feconda di risultati positivi. Sono sicuro che questo debba avvenire ed avverrà. Tutto il resto sono soltanto chiacchiere, chiacchiere e basta».Nel messaggio vengono elencati i risultati dell’esecutivo: rifiuti in Campania, terremoto in Abruzzo, questione Alitalia, riforma della scuola e dell’università, lotta alla criminalità organizzata. Ma soprattutto si sofferma - in un momento in cui c’è chi sottolinea attriti con il ministro Giulio Tremonti - sulla politica economica. Con una «strategia del rigore, in contrasto con un’opposizione che pretendeva ancora di spendere e spandere e che in questo modo avrebbe portato il nostro Paese alla rovina come la Grecia».Ancora una volta i risultati da un lato, e dall’altro «i politici di professione e i loro giornalisti di riferimento che discutono tra loro di ammucchiate fuori del tempo. Come si può pensare – attacca –, nell’anno di grazia 2010, a resuscitare alleanze dal collante incerto, dai programmi ancora più incerti, dalle prospettive addirittura incertissime?». Parole che rispondono in un colpo solo a Bersani e a Italo Bocchino, che nei giorni scorsi aveva evocato un inedito esecutivo che allargasse a Udc, rutelliani e parte del Pd. Tutte alchimie che il Cavaliere di Arcore rigetta, insistendo sulla novità e sulla chiarezza delle scelte elettorali, basate su indicazione del premier, alleanza di forze e programma «dall’inizio alla fine della legislatura. Tornare indietro da questa conquista non è possibile». Si tratta di «una conquista della gente e la gente giustamente non accetterebbe mai di tornare indietro». Insomma la Seconda Repubblica non è finita e non si torna indietro.
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