lunedì 29 ottobre 2012
​Aspettative e preoccupazione nel Pdl dopo la conferenza stampa di sabato sera di Silvio Berlusconi a villa Gernetto contro il governo Monti. I falchi sognano un ritorno in campo del Cavaliere, le colombe invece invitano alla cautela. Casini: i moderati del Pdl facciano sentire la loro voce.
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Ci sono aspettativa e preoccupazione nel Pdl dopo la conferenza stampa di sabato sera di Silvio Berlusconi a villa Gernetto. I falchi sognano un ritorno in campo del Cavaliere, le colombe invece fanno prevalere la propria voce e invitano alla cautela, assecondano il presidente sulla battaglia per la giustizia e sul fisco, ma lo lasciano solo nella guerra contro il governo. Intanto in molti, dentro e fuori il partito, si chiedono se Berlusconi abbia davvero i numeri nel Pdl per chiudere la parentesi dell'esecutivo dei tecnici. Lo stesso capogruppo della Lega nord alla Camera Giampaolo Dozzo tra il serio ed il faceto domanda: "Sarà Berlusconi a staccare la spina al governo Monti o saranno Alfano e company a staccarla a lui?".ll silenzio del segretario Angelino Alfano si fa assordante, mentre c'è convinzione che nei prossimi giorni si vada alla riunione degli organi di partito. Nel caso dell'ufficio di presidenza, la prospettiva è che le velleità del Cavaliere siano ricondotte a posizioni più moderate. Ne è certo il governatore della Lombardia Roberto Formigoni. "Berlusconi - sottolinea - ha subordinato il 'se cade Monti' a una discussione nel nostro ufficio di presidenza e sono convinto che l'ufficio dirà di no alla caduta di Monti". Ma se Berlusconi decidesse di andare ad una conta vera e propria, convocando i gruppi, l'esito potrebbe essere quello di una vera e propria spaccatura.Qualche fedelissimo che ha sentito Berlusconi al telefono nel suo day after lo descrive tutt'altro che agguerrito, anzi quasi in attesa di eventi come il voto in Sicilia, primo importante banco di prova, che tra gli altri indicatori racconterà qualcosa in più sulla vera forza di Beppe Grillo e del suo Movimento 5 stelle. E le eventuali reazioni di spread e mercati, dopo le esternazioni del Cavaliere.Il Carroccio, che continua ad essere il principale interlocutore del Pdl - non fosse altro per le alleanze che li accomuna nei governi del Nord - guarda con grande interesse al processo innescato, una "nuova fase politica" la definisce ancora Dozzo, un "predellino 2" per dirla alla Calderoli.Intanto Fabrizio Cicchitto è tornato a rassicurare ("Va evitata la crisi, ma si deve ridurre la pressione fiscale"), continuando a battere la linea di unire i moderati, e difendendo il segretario Angelino Alfano dagli attacchi di Daniela Santanchè. E come lui molti altri hanno preso le distanze da Berlusconi riducendo di fatto l'uscita di sabato sera uno "sfogo". Da Gaetano Quagliariello a Isabella Bertolini, da Guido Crosetto a Osvaldo Napoli, le voci vanno tutte nella stessa direzione: salvare il soldato Monti.Rompe prudentemente il silenzio il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, dopo l'assordante silenzio mostrato dal suo partito nell'immediato dell'annuncio del Cavaliere. "Sono preoccupato di questa posizione di Berlusconi, perchè di populismi ne abbiamo già un bel po'...", dice il segretario che, per il resto, non sisbilancia in previsioni. "Berlusconi è più alternante dello spread, un giorno si candida, uno no" ironizza Matteo Renzi che invita a lasciare Berlusconi e Pdl a cuocersi nel loro brodo.L'attacco di Berlusconi a Mario Monti, invece, sembra aiutare la ricomposizione dei moderati attorno alla nascente formazione di centro: le forze di centro e di centrodestra che si riconoscono nell'agenda del Professore dovranno unirsi e con loro, se Berlusconi confermerà la linea, dovranno andare anche quanti nel Pdl non la pensano come il loro Presidente. "Berlusconi ha devastato, in questi anni, l'unità dei moderati. Ieri ha dimostrato che su quella base si può creare un partito populista di destra che non ha nulla a che fare con il partito popolare europeo e con i moderati" dice il leader centrista che, di fronte a uno "stato di confusione generalizzato" ha un'unica certezza. "Da questa vicenda - è certo Casini - i moderati possono uscire rafforzati". "Oggi sappiamo qual è la rotta e - aggiunge Casini sempre a proposito della linea di Berlusconi - non è questa, è certamente un'altra e io mi auguro che tanti moderati, anche nel Pdl, facciano sentire la loro voce. Il silenzio è già eloquente".
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