martedì 26 marzo 2013
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​«Le elezioni hanno dato come risultato due forze alla pari. E noi chiediamo che ci sia un governo con l’inclusione del Pdl e anche un presidente della Repubblica moderato». Non sono ancora le 9 del mattino, quando Silvio Berlusconi rinnova, in diretta telefonica su Canale 5, la propria offerta a Pier Luigi Bersani. La terzultima giornata di consultazioni del premier incaricato si apre dunque con uno scambio a distanza nel quale il fondatore del Pdl indica una possibile rotta di navigazione a Bersani, capitano di una nave ancora senza tutto l’equipaggio e alla ricerca di venti favorevoli. Mediata dalla cornetta telefonica, la voce del Cavaliere ribadisce l’aut aut: «O il Pd cambia linea a 180 gradi, rendendosi disponibile a un governo con il Pdl, e contemporaneamente dichiara di volere un moderato al Colle oppure si torna al voto al più presto...». Qualche ora più tardi, parlando ai gruppi parlamentari del partito, Berlusconi precisa meglio i contorni della trattativa: nessun appoggio meramente "esterno", «ci sediamo al tavolo solo per far nascere insieme un governo in cui le responsabilità siano condivise». Sulla partita del Colle, Berlusconi è pronto all’ostruzionismo («Se occupano pure il Quirinale, bloccheremo il Parlamento»), ma l’apertura politica resta sul piatto e filtra l’ipotesi di un ticket per Palazzo Chigi, che sancisca il patto: «Siamo pronti a un esecutivo guidato da Bersani, ma con Alfano vicepremier» (che però in serata, ospite di Porta a porta, si schermirà: «Il Pdl non è interessato alle poltrone. E io ho altre ambizioni che fare il vice di uno che viene dal Pci»).Quando la proposta berlusconiana viene riferita dai cronisti al presidente del Consiglio incaricato, l’apparente reazione è di fastidio: «Non è serio. Siamo al dunque, bisogna fare discorsi sensati: al mattino non si può annunciare la guerra mondiale e al pomeriggio abbracci». Toni analoghi per la trattativa sul Colle: «Se ne parlerà a tempo debito e non è il caso di mescolare i temi». Nel corso della giornata, però, diversi segnali confermano come la disponibilità del Pdl stia iniziando ad essere tenuta in conto sia da Bersani che da buona parte del Pd. Oggi, presumibilmente, la trattativa si concluderà nell’incontro (previsto alle 16.15) fra la delegazione Pdl-Lega, capeggiata da Angelino Alfano e Roberto Maroni, e il premier incaricato. Ha scelto invece di non esserci Berlusconi, ufficiosamente tornato ieri a Milano per alcune questioni private (tra cui, pare, la vicenda legata al divorzio dalla ex moglie Veronica Lario), ma che comunque intende tenere "calda" la piazza, in caso di repentino ritorno alle urne. Sondaggi commissionati dal Pdl darebbero il centrodestra prima coalizione col 31,4%. E così, dopo la manifestazione di sabato, Berlusconi intende organizzarne altre tre, a Bari ma anche in città del Nord: «Ho ritrovato l’entusiasmo del 1994 -avverte -. Se alla fine si andasse a votare, sono pronto a giocarmi la partita».
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