martedì 17 marzo 2020
L’Ordine dei medici: cifre sottostimate, contate anche chi si sta curando a casa e muore nel proprio letto In territorio orobico, 106 camici bianchi in quarantena
I medici di Bergamo: contagi sottostimati, molti si curano a casa
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«La situazione è drammatica. Il numero dei malati di Covid–19 a Bergamo è molto sottostimato, così come quello delle vittime. Manca chi si sta curando a casa e chi muore nel proprio letto». Ieri la provincia di Bergamo ha perso il triste primato dei contagi: “solo” 344 in più contro i 552 di domenica. La peggiore è diventata Brescia, con 433 nuovi positivi e 40 morti. Ma secondo Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo, il “sommerso” del virus ha contorni molto più ampi e inquietanti. «La maggioranza non presenta sintomi gravi. Ma guai dire che si tratta di un’influenza, perché l’influenza non provoca la polmonite interstiziale che colpisce nei casi più gravi».

A cadere è anche chi combatte in prima linea. Domenica è morta una ostetrica di 58 anni, Ivana Valoti, di Alzano Lombardo. Lavorava proprio nell’ospedale investito per primo dall’onda del contagio. Ma ieri il virus ha stroncato anche un medico di Cisano. La guerra, insomma, continua. Marinoni prova a spiegare perché è scoppiata proprio qui, con questa crudezza. «La Regione sta facendo uno sforzo straordinario per aumentare i posti letto e in terapia intensiva. Ma non si è intervenuto subito per limitare i contagi sul territorio». I medici di base hanno dovuto affrontare il mostro senza armatura. Con conseguenze pesanti, irreparabili. «Soprattutto la prima settimana hanno visitato i pazienti privi di protezioni, non avevano nemmeno le mascherine chirurgiche. Ora le hanno, ma mancano schermi facciali e camici monouso. Così molti si sono ammalati e hanno finito per infettare altri pazienti».

In provincia ci sono 106 medici malati o in quarantena, 22 non sono stati sostituiti. In alcune località è però stata attivata una guardia diurna grazie all’aiuto dell’esercito. Dopo Alzano, i militari sono arrivati anche al Papa Giovanni XXIII: 27 medici e 4 infermieri sono già in servizio. Rinforzi tanto attesi (la diocesi ha messo a disposizione 50 stanze in Seminario per l’ulteriore personale in arrivo), che secondo Marinoni potrebbero affiancare anche i medici di base. Si pensa a «unità speciali, ben equipaggiate, che vadano a casa dei malati di Covid–19. Gli altri medici sul territorio dovrebbero così limitarsi a curare le patologie ordinarie, che non sono certo sparite. Andava fatto prima, subito. Invece si è affrontata l’emergenza senza avere un piano».

Le unità potrebbero entrare in funzione già entro la settimana, soprattutto se si riusciranno a distribuire i 100 kit di protezione integrale donati da una benefattrice. La sciagura si poteva dunque evitare? Forse sì, dice Marinoni. «Col senno del poi, molti dicono di ricordare che già a inizio febbraio c’erano tante polmoniti anomale. I segnali non mancavano. Se so che in Cina è scoppiata una guerra nucleare, inizio a costruire bunker antiatomici. Invece abbiamo aspettato troppo».

Un altro fronte critico riguarda l’ossigeno. L’ospedale ha realizzato a tempo di record un nuovo impianto: l’intervento garantirà il surplus di fabbisogno fino a giovedì. Se però i ricoveri non caleranno servirà un altro rimedio. Molti malati si stanno arrangiando a casa, con bomboloni reperiti tra mille difficoltà, che hanno però poche ore di autonomia. L’Ats ha promesso che arriveranno a ore le bombole a ossigeno liquido, più compatte e durevoli. Le distribuiranno i carabinieri, già da giorni impegnati a far la spola con le farmacie. Corrieri, ma anche psicologi. Dal comando provinciale dicono di essere a disposizione per “scambiare due parole” con i cittadini angosciati.

C’è però chi continua a comportarsi come se nulla fosse: il sindaco Gori ha vietato l’azzardo nelle tabaccherie, perché tanti, anziani compresi, continuavano ad aggrapparsi alle slot machine. Disattivato anche il wifi comunale perché si creavano capannelli vicino agli hotspot. Ed è bastato un po’ di sole per veder spuntare improbabili podisti, spesso di età non verdissima. Sono 54 le persone denunciate perché sorprese per strada senza motivo valido. Un 47enne di Zogno, fermato a Villa d’Almè, ha spiegato di essere uscito per comprare le sigarette. Peccato che al suo paese i distributori automatici funzionassero regolarmente.

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