martedì 7 giugno 2016
Sì unanime in Consiglio comunale al nuove regolamento, voluto dal sindaco Giorgio Gori, che vieta anche il gratta e vinci in tre fasce orarie nei pressi dei luoghi "sensibili".
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Bergamo, approvate le nuove regole anti-azzardo
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Il Consiglio comunale di Bergamo ha approvato all’unanimità il nuovo regolamento per ridurre l’impatto del gioco d’azzardo.
 
Un gran lavoro di squadra che affonda le proprie radici in quello già svolto durante lo scorso mandato a livello locale e nella legge regionale approvata nel 2013. Il regolamento – che riguarda tutte le tipologie di gioco esclusi bingo, Lotto e Superenalotto – si propone di limitare questa proliferazione intervenendo su più fronti: vengono tutelate innanzitutto le fasce orarie tradizionalmente dedicate alle relazioni interpersonali e famigliari imponendo la chiusura delle sale slot e vietando la vendita dei vari gratta e vinci negli esercizi che si trovano nel raggio di 500 metri dai cosiddetti luoghi sensibili tra le 7,30 e le 9,30, dalle 12 alle 14 e dalle 19 alle 21. Bergamo insomma alza il tiro nella lotta all’azzardo. Per spezzare quello che definisce «un assedio» di sale giochi e simili, il sindaco Giorgio Gori, ex direttore di Canale 5 e ora a capo di una giunta di centrosinistra, ha deciso di vietare ogni tipo di puntata in denaro in un raggio di 500 metri dai luoghi sensibili in ben tre fasce orarie. Ovvero i momenti della giornata in cui è più alta la frequentazione di bar, tabaccherie e altri locali pubblici.

«Specialmente all’ora dell’aperitivo, la consumazione di alcol spinge a giocare di più» ha detto  Gori nello spiegare il giro di vite deciso con i suoi assessori. Fondamentale, secondo Palazzo Frizzoni, spezzare il circolo vizioso che porta prima ad alzare il gomito e poi a sperperare stipendi e pensioni inseguendo le chimere delle lotterie. La messa al bando è assoluta. Non solo le slot machine si dovranno spegnere negli ora- ri prestabiliti, ma non si potrà nemmeno effettuare scommesse sportive né comprare 'gratta e vinci'. Si salvano solo bingo (prevale l’aspetto socializzante), oltre che totocalcio e lotto, considerati privi di spinte compulsive. L’altolà al 'gratta e vinci' stupisce fino ad un certo punto, visto che i tagliandi sono in vendita «praticamente dappertutto», come ha sottolineato lo stesso sindaco. Nel mirino anche i messaggi che incentivano le puntate: non si potranno più ostentare in vetrina le vincite. Stop anche a insegne luminose e altri lustrini, che rischiano di attirare come lucciole i giocatori. Al contrario, sarà obbligatorio esporre (in quattro lingue) il divieto di gioco per i minori e le informazioni che consentiranno alla clientela di sottoporsi ad un test fai da te per scoprire in tempo i primi sintomi di ludopatia. I tabaccai sono già sul piede di guerra, ma Gori tira dritto e picchia duro sul tasto della prevenzione. Il nuovo regolamento anti azzardo, che rappresenta il culmine della campagna di dissuasione già in atto da un anno 'La posta in gioco' – portata avanti con l’Ats (l’ex Asl) – prevede anche il divieto di piazzare videopoker e altre diavolerie mangiasoldi a meno di 100 metri da bancomat, compro oro e sportelli postali.  Le cifre, del resto, sono allarmanti. La giunta ha messo a punto un dossier che dimostra come nel 2015 in tutta la provincia si siano dilapidati 1,8 miliardi per l’azzardo. Nel capoluogo la spesa pro capite supera i 2.500 euro. Il 58% degli under 18 gioca nonostante sia vietato, il 15% addirittura una volta a settimana. Va forte anche l’azzardo online: nel 2015 Internet ha risucchiato 200 milioni. In generale, negli ultimi tre anni le puntate sono aumentate del 4,65%. Un boom facilitato anche dalla capillarità dei punti gioco: «In città ce n’è uno ogni 0,31 km quadrati» specifica Gori. Un po’ troppi.
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