sabato 23 aprile 2016
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Nel cuore di Benevento, nel 2009, la cooperativa sociale “La Solidarietà” realizzò la serra e il punto vendita. E così partì un progetto per formare e inserire lavorativamente persone disabili, ma poi anche detenuti e affidati a misure alternative e ragazzi in condizioni di dipendenza patologica. Video. Verde speranza (di Pino Ciociola)
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Qui si fa agricoltura sociale e biologica. Qui c’è anche il “Caffè dell’Orto”, spazio di aggregazione diurna e serale fondata sul consumo critico (prodotti del commercio equo solidale e personale appartenente a categorie svantaggiate), sul divertimento alternativo (non si distribuiscono superalcolici e vigono regole particolari per la somministrazione di birra e vino), ma anche sulla cultura ecologista (produzioni biologiche e rispetto rigido delle regole della raccolta differenziata, nonché riduzione quasi a zero dei rifiuti). Grazie a questo continuo contatto diretto con il pubblico, che frequenta il bar, l’Orto, gli eventi culturali, le feste per bambini, le persone inserite in programmi riabilitativi personalizzati riescono a vivere un confronto continuo con la comunità, così da vedere realizzata la propria piena partecipazione a tutti gli aspetti della vita, non solo per quanto attiene il lavoro, ma anche la crescita delle competenze relazionali.

Ad oggi le attività si articolano in: coltivazione degli ortaggi, bar, inserimento soggetti svantaggiati (PTRI e Liberare la pena), fattoria didattica e centro estivo. Non è finita. C’è anche un’area picnic ed un’altra con giochi per bambini. C’è il progetto «Orto in bici - io mangio San(ni)o», che prevede la consegna a domicilio di prodotti sanniti, irpini e salernitani (per ora frutta e verdura) col coinvolgimento di persone svantaggiate. Insomma, chiedendo a don Nicola De Blasio, direttore della Caritas beneventana, quanto siano contenti i ragazzi impegnati nell’Orto di Casa Betania, lui risponde subito: «No! Quanto… siamo contenti noi!»
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