giovedì 30 settembre 2010
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Appare sollevato il capo dello Stato Giorgio Napolitano, in visita ufficiale a Parigi, dalla notizia che il governo prosegue la sua azione. Parlando ieri mattina, prima del voto di fiducia  (che nel pomeriggio non ha voluto invece commentare), ha detto: «La legislatura continua? Meglio così, dal punto di vista del dovere di garantire la stabilità delle istituzioni e la continuità della vita istituzionale e il proseguimento della legislatura». E ha aggiunto: «Adesso spero bene che ne avremo la conferma anche nel voto e poi nel prosieguo, nello sviluppo successivo dei rapporti politici e parlamentari». Una speranza dettata dalla forte inquietudine per il clima incandescente che si respira nei Palazzi delle istituzioni: «Siamo in presenza – ha rilevato Napolitano – di tensioni politiche, di posizioni e manovre di parte, di debolezze e confusioni culturali, di umori ostili, che ruotano attorno alla questione dell’unità nazionale». Il presidente della Repubblica, che ieri all’Eliseo è stato ospite di Sarkozy a colazione, ha detto di non avere «timori di effettiva rottura dell’unità nazionale», tesi che appaiono «a ogni italiano riflessivo e ragionevole storicamente insostenibili e obiettivamente inimmaginabili nel mondo d’oggi». Ma, piuttosto, «il possibile oscurarsi della consapevolezza diffusa di un patrimonio storico comune, il tendenziale scadimento culturale del dibattito e della comunicazione. Quel che preoccupa – ha aggiunto – è il seminare motivi di sterile conflittualità e di complessivo disorientamento in un Paese che ha invece bisogno di confermare e rafforzare la fiducia in sé stesso e di veder crescere tra gli italiani il sentimento dell’unità: nell’interesse dell’Italia e nell’interesse dell’Europa».
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