giovedì 20 febbraio 2014
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«Vorrei che lo slogan del nuovo governo fosse: "Ci stanno a cuore i nostri figli". E che agisse di conseguenza». Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari, sintetizza così le richieste all’esecutivo che sta per nascere.Che cosa chiedete al nuovo governo?Anzitutto l’assegnazione di una delega chiara per la famiglia a un ministro o a un sottosegretario. Un segnale di discontinuità rispetto al precedente esecutivo, che purtroppo non ha indicato nel governo un interlocutore su questi temi. Una delega che comprenda quantomeno la realizzazione del Piano nazionale per la famiglia, messo a punto due ani fa, e l’individuazione delle nuove priorità. Anche convocando la Conferenza nazionale sulla famiglia, già in preparazione da parte dell’Osservatorio nazionale.Una delega o perfino un ministro per la famiglia, lo sapete bene, non è una garanzia di per sé...Certo. E infatti la seconda richiesta è quella di utilizzare per tutte le decisioni politiche un criterio di preferenza per il sostegno alle famiglie con figli, quelle che hanno subito maggiormente gli effetti negativi della crisi e, nel contempo, hanno offerto la tenuta migliore come ammortizzatori sociali "naturali". Anche il necessario alleggerimento della pressione fiscale dovrà tener conto di questo criterio di preferenza. D’altro canto i numeri parlano chiaro: la percentuale di Prodotto interno lordo che l’Italia spende per le politiche familiari è la metà della media europea. Si tratta di 15-17 miliardi di euro in meno. Ecco, questo deve essere l’obiettivo di medio periodo del nuovo governo: arrivare, di qui al 2018, a colmare questo gap.Un programma ambizioso... Il rischio è sempre quello che venga risposto: mancano i soldi e quindi non si fa nulla.Da tempo noi abbiamo elaborato una proposta organica sul "Fattore famiglia", che risponde all’esigenza di garantire maggiore equità nella tassazione dei nuclei con figli, pur tenendo conto di una gradualità di interventi. Ma proprio perché siamo coscienti delle difficoltà della finanza pubblica, oggi chiediamo un intervento selettivo immediato, che aiuti le famiglie con figli minori. Cominciamo subito da qui: aumentiamo le detrazioni Irpef per chi ha bambini.Ma le priorità indicate da Matteo Renzi sembrano altre, e sul fisco si parla soprattutto di abbassare il costo del lavoro.È un’esigenza che condividiamo, a patto che non significhi dimenticarsi della famiglia. Anche il segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino, lo ha ripetuto chiaramente: le priorità sono famiglia e lavoro. Assieme, non l’una o l’altra. E poi gli interventi non sono incompatibili. Ad esempio, volendo ridurre il cuneo fiscale si può dare preferenza ai lavoratori, sia dipendenti sia autonomi, con carichi familiari. Altri esempi possono riguardare l’incremento degli sconti fiscali sulle badanti (utili anche a far emergere il nero), gli asili nido e i servizi di cura. Nonché sgravi aggiuntivi per le imprese che garantiscono servizi di welfare aziendale ai loro dipendenti.Chiedete solo sconti fiscali?No, ci stanno a cuore anche le politiche sociali, l’assistenza, i temi dell’istruzione e dell’educazione. Proponiamo, ad esempio, un nuovo servizio civile per tutti i giovani, che li aiuti anche ad avere un primo rapporto con la realtà del lavoro e insieme rappresenti un investimento del Paese sui beni culturali, la tutela del territorio, la valorizzazione del capitale umano. Crediamo però sia assolutamente necessario imprimere subito una svolta agendo sulla leva fiscale. Un segnale di partenza di una politica di medio periodo, che risponda alla crisi demografica e ricostruisca un rapporto più equo tra le generazioni.
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