giovedì 20 novembre 2014
​​Il Forum: "azzerati gli spazi di verifica prima di rompere il matrimonio". Dure accuse al governo: famiglia penalizzata su tutti i fronti.
Divorzio immediato, ok con strappo
Chi corre e chi ci ripensa di Luciano Moia
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​​«E si ostinano a chiamarlo divorzio breve quando siamo ormai al divorzio immediato o, se vogliamo, automatico». Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari boccia su tutta la linea le scelte del governo sulla famiglia penalizzata su più fronti proprio dagli ultimi provvedimenti. «La commissione Giustizia del Senato ha approvato il divorzio senza separazione. Cancellando anche quei brevi spazi di tempo di riflessività contenuti nella proposta in fiscussione. Eliminando quindi ogni spazio di verifica, prima della decisione di rompere definitivamente il matrimonio». Verifiche indispensabili, secondo le associazioni, se si vuole continuare a considerare l’unione matrimoniale importante per la coppia, i figli e la società nel suo insieme. Verifica che si potrebbe riempire di contenuti, con servizi di sostegno alle crisi familiari più seri, più diffusi sul territorio, con consultori familiari non più ridotti a soli ambulatori sanitari. «Questo provvedimento fa il paio con la riduzione della separazione prevista dalla stessa legge in discussione a Palazzo Madama e con il divorzio fai-da-te già passato con la legge che accorcia i tempi della giustizia. Sembra quasi che si sia scatenato un pregiudizio di falsa modernità contro il matrimonio, un senso di rivalsa contro la tenuta del tessuto relazionale familiare» sottolinea Belletti. «È vero che l’abolizione della separazione è passata solo grazie ad un colpo di mano perpetrato nel buio della sera tarda e nell’assenza di mezza commissione. Ed è vero anche che diversi senatori, pure nel Pd, hanno annunciato di votare contro quando arriverà in aula, ma resta il fatto che ieri è stata una triste giornata per la famiglia». Il governo ha infatti chiuso definitivamente la porta alla rimodulazione del bonus fiscale in base ai carichi familiari che le associazioni chiedevano con forza. In compenso si è circoscritto il bonus bebè ai soli redditi più bassi, in modo selettivo, e non più in modo generalista con il limite a 90mila euro. Una scelta per molti versi più che condivisibile ma che fa brillare gli occhi al ministro delle Finanze perché riduce lo stanziamento complessivo. Si applica così, per l'ennesima volta, la spending review prima di tutto agli interventi sulla famiglia. «A questo punto» conclude Belletti «se la politica è guardare non solo al singolo atto ma avere uno sguardo complessivo, non possiamo non chiedere al presidente Renzi se questo micidiale combinato disposto anti famiglia sia o no deliberato da parte del suo governo. Almeno un po’ di chiarezza, sia pur residuale, crediamo che le famiglie se la meritino».
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