domenica 15 marzo 2020
Il capogruppo dei senatori della Lega: il governo chieda una zona rossa europea. L'Ue? Un virus mette in ginocchio i capisaldi di Schengen e Maastricht. Spendere subito tutti i 25 miliardi
Massimiliano Romeo

Massimiliano Romeo - Ansa

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È appena arrivata una nuova gelata di numeri dalla Protezione civile. «Dobbiamo aspettare 15 giorni…», ripete Massimiliano Romeo. La fatica di tutti, anche dei politici, è non restare delusi dopo una nuova giornata in cui non arriva l’attesa 'svolta' contro l’epidemia. «Restiamo lucidi, è lunga - dice il capo dei senatori della Lega -. E anche quando si vedranno i primi effetti delle misure restrittive, occorrerà essere molto graduali nella ripresa della normalità. Questa è la scelta che ha fatto il sistema-Paese e occorre restare su questa strada. Il problema, piuttosto, è quello che non sta succedendo in Europa».

La mancata risposta economica?

Prima ancora, mi preoccupa che i Paesi Ue stiano andando in ordine sparso nel contrasto al contagio. Pare che la Francia non voglia andare oltre un rallentamento dell’epidemia, che non sia ancora persuasa del fatto che le nostre scelte siano giuste. Abbiamo visto, a prescindere dalla Brexit, quale sia la linea della Gran Bretagna. Ma fare ognuno per conto proprio renderà più difficile per tutti vincere questa battaglia. Vuol dire, ad esempio, che in questo frangente, mentre noi combattiamo con le misure più rigorose, qualche 'partner' si mangia nostre quote di mercato. Vuol dire che quando noi avremo superato la fase emergenziale, dovremo chiudere per forza le frontiere agli Stati che lasciano circolare il virus. Nella mancata risposta coordinata dell’Ue si vedono tutti i limiti dell’attuale progetto europeo. Altro che solidarietà…

La linea italiana, in ogni caso, la trova giusta?

Non sono un esperto, ma penso che quanto ha fatto la Cina rappresenti l’esempio più appropriato. Per quanto ci riguarda, lo sapete, avremmo fatto come Putin in Russia: al primo segnale di allarme, frontiere chiuse e quarantena obbligatoria per chi entrava. Il governo è apparso indeciso, oscillante. Lo è stato nei giorni di pre-allarme, e quando si è trattato di fare dell’intero Paese una zona protetta. Lo è ora nel chiedere con decisione una zona rossa europea. E lo è, ovviamente, anche su questo decreto economico che attendiamo.

Cosa imputa all’esecutivo?

Nel metodo, dal punto di vista politico, c’è un atteggiamento troppo servile verso l’Ue. Gli 'zerovirgola' continuano a dettare l’agenda. In questo momento per la Lega, per il centrodestra, non esistono cifre. Esiste un solo concetto: 'qualsiasi cosa serva'. Abbiamo visto la Germania: ha messo in piedi dalla sera alla mattina un piano da 550 miliardi. Noi diciamo: i 25 miliardi di sforamento autorizzati dal Parlamento spendiamoli subito, già in questo decreto, senza esitare. E mettiamoci nell’ordine d’idea che per far ripartire il Paese dovremo sforare il 3%.

Questa fase emergenziale rafforza l’euroscetticismo della Lega?

No, no, non è questo il centro della questione: lo è che un virus sta buttando giù i due capisaldi di Schengen e Maastricht. Ci vuole altro per iniziarla a cambiare davvero l’Europa?

Il Carroccio, in ogni caso, voterà il provvedimento in Parlamento?

Dipende dal metodo e dal merito. Se vengono recepite le nostre richieste, c’è tutta la volontà di lavorare presto e bene nelle commissioni per alleggerire il lavoro in Aula.

Cosa si aspetta che venga recepito?

Noi chiediamo che i comuni della "zona rossa" e altri territori colpiti diventino Zes, zone economiche speciali. Ma per far ripartire il Paese sono indispensabili interventi straordinari e incisivi ovunque. Importantissimo è che la sospensione di scadenze e pagamenti abbia una durata decisamente più lunga di quella trapelata. Presteremo poi molta attenzione al pacchettofamiglia e ai termini della cassa integrazione. Sulle opere, poi, non c’è più tempo da perdere: ma ci vuole il modello-Genova applicato su scala nazionale.

Il Paese, dopo, ce la farà?

La Cina già sta ripartendo. Accadrà anche a noi: con un po’ di ossigeno, le imprese si rimetteranno subito in marcia.

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