giovedì 12 febbraio 2015
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Faranno di tutto – ma potrei dire "faremo di tutto" – per minimizzare e rimuovere anche solo il pensiero dei morti nell’ennesima strage al largo di Lampedusa. Più d’uno ha cominciato a farlo. I 29 poveri corpi che abbiamo visto, spezzati dal gelo d’inverno. E le decine e decine di corpi che anche stavolta, come troppe altre volte, invece non abbiamo visto: 300, dicono i superstiti e stimano gli uomini dell’Onu. Precipitati senza più volto nel cimitero d’acqua del Canale di Sicilia, un abisso di orrore spalancato dalle guerre in corso, dalle miserie d’Africa e d’Asia, da feroci trafficanti di esseri umani e che noi europei, noi italiani, abbiamo ricominciato a lasciar scavare al largo delle nostre coste con la fine dell’operazione umanitaria "Mare Nostrum" e il varo dell’inutile euro-pattugliamento "Triton".Si farà di tutto per rimuovere quelle morti e il dolore, la vergogna, l’indignazione. Ma finché ci saranno politici che continueranno un’indegna fiera di chiacchiere e di calcoli assassini non potremo dimenticare, non potremo darci pace, non potremo dar loro pace. Non si lascia morire così nessun uomo e nessuna donna. Europa, ora che fai?
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