lunedì 24 agosto 2020
Il cristianesimo? “Un armadio da dove molti, che si dicono cristiani, prendono quello che fa loro più comodo ed è più utile”. Così il presidente della Cei, è intervenuto al Meeting di Rimini
Bassetti: per molti cristianesimo è armadio per prendere quanto fa comodo
COMMENTA E CONDIVIDI

«Molti si dichiarano cristiani ma hanno fatto del cristianesimo un armadio, dal quale di volta in volta prendono quello che gli torna più comodo - ha spiegato il cardinale domenica mattina, concludendo il 41° Meeting di Rimini -. Ogni desiderio diventa un diritto o una rivendicazione. È il delirio di onnipotenza dell’uomo moderno». Il presidente della Conferenza Episcopale Italiana ha lanciato un monito contro la deriva utilitaristica che ci rende “sordi al sublime”, come ricorda il titolo della kermesse riminese. «L’illusione della autosufficienza è pericolosa - spiega Bassetti - perché la pandemia ci ha fatto capire in maniera drammatica che un piccolo virus può sconvolgere il mondo e che le sue conseguenze diventano ancora più dannose se ci chiudiamo in noi stessi, se prevale l’autoreferenzialità, se ci illudiamo di potere fare a meno di Dio».


Un rischio concreto nella società digitale, che il porporato denuncia proprio da una tribuna, come quella riminese, che è stata costretta dall’emergenza a sfruttare al massimo queste tecnologie. «L’uomo, continuamente ’connesso’ e recettore di informazioni vere e false, purtroppo, non ha sempre gli strumenti per distinguerle e cade spesso vittima di una creduloneria che è un effetto perverso del suo stesso disincanto, della sua presunta emancipazione dalla meraviglia dei semplici. Questo, nella comunicazione globale, può avere effetti sociali devastanti», ha commentato, parlando di «creduloneria».

Bassetti ha esortato i cristiani a «scrutare i segni dei tempi e dire parole profetiche, con le labbra e, contemporaneamente, con la testimonianza di vita», richiamando l’esempio dei profeti che avevano il coraggio della denuncia perchè guardavano le cose «come le vede Dio» (oppure quello dei bambini, ha detto, che non hanno pregiudizi) e perciò venivano «presi dalla meraviglia» che oggi si è persa. Commentando il tema del Meeting, il cardinale ha ricordato che «al vuoto di senso, come diceva Giussani, può rispondere solo la carne. Senza questa presa sull’io, non c’è cristianesimo come avvenimento, non c’è possibilità di cambiamento nel nostro modo di concepire e trattare persone e cose. Non c’è nulla di più facile da capire di un avvenimento come il Meeting che ha la formula di un incontro - ha detto -, perchè il cristianesimo non è una filosofia o un’etica ma innanzitutto un incontro con la persona di Gesù. I cristiani sono chiamati a dare al mondo la testimonianza dei frutti di questo incontro».


Il presidente della Cei si è soffermato anche su fatti di cronaca, ricordando, a proposito della sospensione delle messe durante il lockdown, che «se vogliamo essere dei credenti coerenti che non possiamo contribuire alla inutilità che c’è nel mondo con pretese parziali. ci vuole un colpo d’ala, attraverso la preghiera che - mettiamocelo in testa - è il più grande atto di carità verso il prossimo», ha detto, citando La Pira ed invitando a «aprirci alla speranza», dopo un periodo in cui è «piovuto sul bagnato» e molti hanno ceduto alla tentazione di cercare capri espiatori. «Quando succede qualcosa che e’ piu’ grande di noi, si cerca sempre di dare la colpa a qualcuno, come negli untori del Manzoni. E oggi per qualcuno gli untori possono essere il governo, per altri le multinazionali. Purtroppo si rischia sempre di gridare agli untori e ci siamo resi conto invece che facendo questo noi perdevamo l’unico punto di riferimento indispensabile alla nostra vita cioe’ il rapporto con il Padre». Questo perchè «pensavamo che la vita fosse una specie di vitello d’oro, che ciascuno di noi poteva accudire, come la carriera e i soldi. E ci siamo resi conto che questo è molto labile e che un piccolo virus puo’ metter in crisi il mondo intero».

A margine dell’incontro, l’arcivescovo di Perugia ha parlato di Gioele - «La sua morte ha fatto rabbrividire gli astri del cielo» -, emergenza scuola, pillola Ru486 e migranti. «Per aumentare gli spazi a disposizione per garantire il distanziamento e quinti la partenza delle lezioni il 14 settembre, bisogna mettere da parte del ideologie» ha detto ad Askanews confermando la disponibilità a mettere a disposizione le parrocchie e i locali della Chiesa, come fu fatto nel 1966 a Firenze durante l’alluvione.
Sulla pillola, ha tagliato corto: «L’aborto non è qualcosa come bere un bicchiere d’acqua». «Noi - ha spiegato - non potremmo mai accettare la soppressione di un embrione che è una vita nascente e quindi questo è chiaro. La visione cristiana è chiara sulla vita: questa va dal concepimento fino alla morte naturale - ha aggiunto -. Ma se si vuole entrare nel merito, la pillola è abortiva. E l'aborto non è qualcosa come bere un bicchiere d'acqua».
Da ultimo, i migranti, tema “complessissimo”. «Il fenomeno migratorio è sempre esistito, ma oggi acquista dei contorni che si direbbero veramente epocali». In questo momento di epidemia, ha ricordato il presidente della Cei, «bisogna cautelare loro e cautelarsi noi, per motivi anche di salute e di civiltà».


© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI