giovedì 22 ottobre 2015
Svolta nell'inchiesta "spese pazze" in Sardegna. Il sottosegretario: innocente. Renzi: gesto apprezzabile.
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Lascia il governo Francesca Barracciu, sottosegretario ai Beni culturali indagata nell’ambito dell’inchiesta sul presunto uso illecito dei fondi dei gruppi del Consiglio regionale della Sardegna. «Ritengo doveroso dimettermi - spiega - ed avere tutta la libertà e l’autonomia necessarie in questa battaglia dalla quale sono certa uscirò a testa alta ». La sua decisioni dopo che il Gup di Cagliari Lucia Perra la aveva rinviato a giudizio, con l’accusa di peculato aggravato. I fatti risalgono a due legislature durante le quali sedeva in consiglio regionale: quella tra il 2004 e il 2009 e parte della successiva. Le vengono contestate spese per 81mila euro in rimborsi chilometrici.  Barracciu era considerata l’astro nascente della politica sarda, molto vicina a Renzi. Il premier plaude alla sua decisione: «Non ho chiesto io le dimissioni a Barracciu, ha fatto un gesto personale molto apprezzabile», dice Renzi. «Abbiamo sempre detto che non basta essere indagati per dimettersi, perché l’indagine non è una condanna. Noi mandiamo a casa chi è condannato, non chi è indagato. Apprezzabile la scelta della Barracciu - insiste il premier -, ma vale il principio che finché non si è condannati si è innocenti. Onore a Francesca Barracciu, in un Paese in cui si fa fatica a dimettersi». Le sue dimissioni arrivano una volta preso coscienza definitivamente che il suo permanere nell’incarico avrebbe creato problemi anche al suo leader di riferimento e al governo nel suo insieme: «La notizia del rinvio a giudizio - dice - mi colpisce ed amareggia, sia dal punto di vista personale, sia da quello dell’impegno e del lavoro che ho continuato a mantenere anche al governo». Le dimissioni le motiva con l’intenzione di «evitare che strumentalizzazioni politiche e mediatiche».  Per il ministro della Cultura Dario Franceschini è stato «un gesto di grande correttezza e sensibilità istituzionale. Sono certo – continua – che Francesca si batterà con tutta la determinazione che ha sempre dimostrato di avere, per vedere riconosciuta la sua innocenza ». E in serata interviene anche il numero due del Pd Lorenzo Guerini. «Apprezziamo il gesto di responsabilità di Francesca Barracciu che, dimettendosi, dimostra sensibilità istituzionale. Siamo certi che da subito potrà dedicarsi a chiarire la sua posizione con la magistratura e confidiamo che le indagini in corso possano dimostrare la sua correttezza». Protagonista di uno scontro al calor bianco con l’attore Alessandro Gassman, attraverso Twitter,  Barracciu aveva replicato con durezza all’invito a farsi da parte. Ieri, invece, la resa. Pronto al alzare il tiro nella polemica c’era soprattutto M5S. «Noi avevamo già presentato una mozione di sfiducia sia alla Camera sia al Senato e rivendichiamo queste dimissioni », dice il capogruppo M5S alla Camera, Giorgio Sorial. Ma i Grillini sono pronti ad aprire il fuoco in altre direzioni «Tra le fila del governo - rilancia il M5S - ci sono altri impresentabili e quindi sarebbe più che opportuno che decidessero di fare un passo indietro rispetto al ruolo che ricoprono ».   E le dimissioni di Barracciu riaprono il risiko del mini-rimpasto di governo con diversi incarichi da riassegnare, da quello alla guida del ministero degli Affari Regionali a quelli, altrettanto pesanti di viceministro agli Esteri e allo Sviluppo Economico.
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