giovedì 14 maggio 2020
Dati drammatici emergono dalla prima rilevazione della Caritas diocesana su due mesi di emergenza Covid-19. Ad aprile 82% in più nelle 13 mense. Tantissimi lavoratori in nero
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A Bari la povertà effetto Covid-12 colpisce duramente. Nei primi due mesi di emergenza sono 6.700 le nuove persone che si sono rivolte ai Centri di ascolto e ai servizi delle Caritas Parrocchiali della diocesi. Quasi il 45% in più rispetto alle circa 15 mila seguite dalle parrocchie e dai servizi di Caritas diocesana, prima della pandemia. È quanto risulta da una prima rilevazione condotta a livello diocesano dall’Osservatorio delle Risorse e delle Povertà della Caritas di Bari-Bitonto. Ed è povertà vera. È fame.

Lo confermano i dati preoccupanti delle 13 mense del Coordinamento Caritas che insistono principalmente sulla Città di Bari e Bitonto, che hanno distribuito in questo periodo quasi 16mila pasti, registrando per il mese di marzo un incremento delle presenze pari al 51% e nel mese di aprile pari a 82%. Numeri che segnalano una povertà in aumento in pochissimo tempo. Prima linea di questa emergenza sono le 126 parrocchie che non si sono fermate davanti alla pandemia e hanno intensificato i propri sforzi attraverso il lavoro di oltre 400 volontari (51% uomini, 49% donne, età media 55 anni), impegnati costantemente in oltre 50 centri e mense attive sull’intero territorio diocesano. E proprio dalle parrocchie arrivano le segnalazioni di questi nuovi poveri. Il 50% delle parrocchie registra un aumento dei nuovi beneficiari, l'84% ha segnalato la presenza significativa di lavoratori in nero.

Ma cosa chiedono? Il 74% beni e servizi materiali, il 61% sussidi economici, il 54% pagamento utenze domestiche, il 51% lavoro. Una linea telefonica dedicata è stata messa a disposizione per chi ha sentito l’esigenza di parlare con qualcuno o di fare delle richieste specifiche. Il servizio #IoRestoInAscolto ha accolto oltre 100 telefonate. Il 20% ha richiesto un sostegno psicologico telefonico (attraverso la rete dei psicologi volontari), il 53% ha richiesto aiuti alimentarie/o sanitari perlopiù forniti direttamente dalle parrocchie, l’11% informazioni e orientamento ai servizi del territorio. Inoltre, si segnala che il 44% delle parrocchie ha attivato un servizio di ascolto e di accompagnamento telefonico.

“La nostra rilevazione ci restituisce un dato allarmante. La crisi sanitaria - dichiara don Vito Piccinonna, direttore della Caritas diocesana - è diventata crisi psicologica, economica e sociale. Si è aggravata la situazione di molte famiglie e di tanti che sbarcavano il lunario con lavori saltuari o lavoretti a nero. Ora più che mai, nessuno va lasciato solo. Siamo tutti sulla stessa barca, ma dobbiamo esserlo senza ipocrisia. Siamo tutti chiamati a fare la propria parte nel sostenere i più fragili, nonostante la pandemia. Auspichiamo che l’assistenza ceda il passo a politiche serie e lungimiranti".

Per fortuna, aggiunge don Vito, "la Provvidenza in questo momento di difficoltà continua ad esserci vicina anche a fronte del moltiplicarsi delle richieste d’aiuto. In questi ultimi due mesi sono pervenute diverse donazioni e contributi alla Caritas diocesana, circa 130 mila euro, inclusi buoni alimentari giunti da enti e da privati, che per volere dell’Arcivescovo, monsignor Francesco Cacucci, sono stati messi a disposizione dei più bisognosi, soprattutto attraverso parrocchie. Tale intervento è stato possibile anche grazie all’importante supporto economico giunto da Caritas Italiana".

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