lunedì 12 maggio 2014
​Si rovescia barcone con 400 a bordo. La Guardia costiera ha messo in salvo almeno 200 persone, 14 i corpi recuperati. Sul posto convergono gli aiuti di "Mare nostrum". «Scioccata» la Commissione Ue. Alfano: «L'Europa non ci sta aiutando»
LA SCHEDA Già migliai di morti nel Canale di Sicilia. Il 3 ottobre scorso il naufragio più tragico: 366 vittime
Barcone si ribalta al largo della Libia, 36 morti
Strage nel Sahara, trovati i corpi di 15 nigerini
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Un altro barcone carico di immigrati è affondato al largo della Libia: 14 morti sono già stati recuperati, mentre 210 profughi, dei 400 complessivi a bordo, sono stati tratti in salvo. Le autorità marittime italiane sono state informate dall'equipaggio di un rimorchiatore al servizio di alcune piattaforme petrolifere che si trovano a 50 miglia dalle coste della Libia e a 100 miglia da Lampedusa. Subito è scattato l'intervento delle unità navali del dispositivo "Mare nostrum". Si tratta della fregata Grecale e del pattugliatore Sirio. La nuova tragedia di Lampedusa ha riaperto le polemiche. "L'Europa non ci sta aiutando a soccorrere queste persone, si faccia carico di accogliere i vivi", ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, "Quelli ai quali l'Italia riconoscerà il diritto d'asilo - ha spiegato Alfano - saranno mandati in Europa, se ci vogliono andare e l'Italia non può diventare la prigione dei rifugiati politici". Una risoluzione riguardante il contrasto al traffico di migranti è stata presentata dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, all'Onu. Il guardasigilli è intervenuto questa mattina nella sede dell'Onu di Vienna ai lavori della XXIII sessione della Commissione delle Nazioni Unite per la prevenzione del crimine e la giustizia penale. Il nuovo naufragio al largo di Lampedusa è uno degli "episodi non sostenibili" che l'Italia affronta avendo come "priorità quella di salvare vite umane" ma che "debbono essere affrontati dall'Unione europea". Il ministro degli Esteri Federica Mogherini ne ha parlato con i colleghi europei in occasione del Consiglio di oggi e ha annunciato: "Lavoriamo perchè al Consiglio europeo di giugno ci siano passi avanti". "Scioccata dalla nuova tragedia" del naufragio di migranti al largo di Lampedusa, la Commissaria Ue agli Affari Interni Cecilia Malmstrom fa un appello agli Stati membri perchè "mostrino solidarietà concreta per ridurre i rischi che tali tragedie succedano ancora" e, sugli impegni presi nell'ambito del piano di azione messo a punto dalla Commissione, "trasformino le parole in fatti".

 

"Visto che neanche Mare Nostrum è sufficiente, c'è da capire qual è il dispositivo necessario da mettere in atto per salvare la vita a queste persone. Le tragedie di questi giorni ci danno la dimensione del fenomeno: ci fanno capire la forte spinta da questi paesi. Non si tratta più di emigrazione ma di gente che fugge". Così Oliviero Forti, responsabile immigrazione Caritas italiana sulla notizia dell'ultima tragedia in mare a 100 miglia da Lampedusa, dove si è rovesciato in mare un barcone che avrebbe trasportato circa 400 migranti. "Forse il passo successivo è quello di un intervento nei paesi di origine - spiega Forti - che chiaramente non è immediato nè semplice, viste le diverse situazioni che ogni paese vive. È l'unico modo per tentare di abbassare la pericolosità di questi viaggi che continuano al di là di tutto". Per Forti, però, occorre una "riflessione di sistema", sia a livello europeo che tra il vecchio continente e i paesi africani. Tuttavia, "sui viaggi, oltre a Mare Nostrum, in tempi brevi è difficile poter pensare ad altro. C'è solo da ragionare su come garantire a chi riesce ad arrivare sulle nostre coste in questi mesi un'accoglienza dignitosa".

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