lunedì 14 ottobre 2019
L'imbarcazione che fu degli scafisti e oggi "rieduca" i minori detenuti a Reggio Calabria spopola sul web. Anche per lo striscione (l'unico) dedicato ai due poliziotti uccisi a Trieste
La "Evai", requisita agli scafisti e diventata strumento di vita

La "Evai", requisita agli scafisti e diventata strumento di vita

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La Barcolana dei big, quella spettacolare dei grandi numeri e dei velisti più esperti al mondo, ha visto sul podio la "Way of Life" dello sloveno Gasper Vincec, che ha sbaragliato avversari e pronostici riuscendo in meno di due ore a conquistare il traguardo, nonostante un'assenza di vento che ha messo a dura prova le 2.015 imbarcazioni e costretto il comitato di regata a interrompere la Barcolana addirittura alla seconda boa.

Ma un piccolo grande trionfo se lo sono portati a casa anche la barca "Evai" e il suo equipaggio, di cui Avvenire ha raccontato ieri la storia: tre ragazzini del carcere minorile di Reggio Calabria, addestrati per mesi dagli uomini della Lega Navale locale per apprendere le regole del mare e partecipare alla regata più grande del mondo. Il tutto a bordo di uno sloop di 12 metri, confiscato alla criminalità organizzata e rimasso a nuovo dai soci della Lega Navale a loro spese.

Un'operazione fortemente voluta dal presidente Sandro Dattilo, e dal grande significato: "Fino al 2014 era stata utilizzata per la tratta umana. Trasportò dalla Turchia ben sessanta disperati, in uno spazio che è piccolo anche solo per noi, e l'ultima sera una donna aveva persino partorito a bordo. Oggi la stessa barca, da strumento di morte che era, restituisce la speranza a questi giovanissimi ragazzi che possono ancora cambiare il loro futuro", ha spiegato Dattilo, che dal 28 settembre li ha condotti da Reggio fino a Trieste lungo le coste ioniche e adriatiche.

La storia della "Evai" e del suo equipaggio raccontata da Avvenire ha fatto ieri il giro del web, raccogliendo un numero elevato di consensi, ma è diventata un vero "caso" grazie allo striscione che il presidente Dattilo e i suoi soci della Lega Navale calabrese hanno esposto lungo la fiancata della barca, dedicato ai due poliziotti uccisi i giorni scorsi in questura a Trieste: "Onore a Pierluigi e Matteo".

Un omaggio che ha riscosso applausi dalle altre imbarcazioni durante tutta la regata e che ha fatto il giro della Rete, con molte migliaia di condivisioni in poche ore. "Questa è la Barcolana che ci piace", commentano sui social i triestini e non solo, "Per me i vincitori sono già loro", scrivevano in tanti già all'inizio della regata, "Siamo grati a Reggio Calabria che dimostra cuore e umanità, grazie fratelli". E ancora in molti si sono chiesti come mai solo la "Evai" abbia deciso di partecipare a nome dei due ragazzi, per la cui morte Trieste è ancora sotto choc: "L'intera Barcolana doveva essere dedicata ai nostri due agenti"....

Va detto comunque che il piazzamento della "Evai" è di tutto rispetto anche dal punto di vista della competizione: ha tagliato il traguardo all'898° posto su oltre duemila, ben prima di molte imbarcazioni blasonate ed equipaggi di grande esperienza. Soddisfatti al traguardo soprattutto i tre ragazzi, che sotto la guida di Dattilo hanno partecipato alle manovre e collaborato ognuno secondo i propri talenti. Non ultimo M., 14 anni, nato a Reggio Calabria da genitori di origine marocchina, deciso a rimettersi in carreggiata e a diventare cuoco: è lui che ha cucinato per tutti.


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