sabato 11 agosto 2018
In molti casi sono già stati commissionati studi e firmate convenzioni. Dal Nord Est al Meridione sale la protesta. Si spera nella legge di Stabilità.
Matera sarà capitale europea della cultura 2019, ma adesso si trova in grave difficoltà per i tagli al Bando periferie

Matera sarà capitale europea della cultura 2019, ma adesso si trova in grave difficoltà per i tagli al Bando periferie

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(Diego Motta) Spunta l’ipotesi di danno erariale, nella vertenza che contrappone i sindaci al governo sul nodo periferie. Il negoziato apertosi dopo la rivolta scoppiata per il taglio ai fondi contenuto nell’emendamento al dl Milleproroghe si annuncia lungo e complicato. Sono soprattutto i primi cittadini del Pd e di Forza Italia a muoversi, ma i timori più grandi per la maggioranza Lega-M5s arrivano in particolare dall’impegno annunciato da molti sindaci eletti in liste civiche e indipendenti, capaci di mobilitare e spostare in questa battaglia consensi sul territorio. È quello che sta accadendo nel Nord Est caro al Carroccio, ad esempio, così come nel Mezzogiorno dove, da Napoli a Matera, non mancano Comuni slegati dai partiti che avevano investito in progetti per il rilancio di zone periferiche e ora chiedono chiarezza.

«Siamo pronti a organizzare iniziative locali e nazionali in vista del passaggio del provvedimento alla Camera» conferma Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e responsabile enti locali del Partito democratico. «La nostra battaglia non ha colore politico e si basa su alcuni dati di fatto: abbiamo firmato con lo Stato convenzioni che hanno scadenze precise da rispettare. Non solo, stiamo già spendendo milioni di euro per i progettisti, risorse che abbiamo stanziato per combattere degrado e insicurezza. Adesso, rischia di bloccarsi tutto».

Ricci non si tira indietro, quando gli si chiede quanto avrebbero già messo, di fondi propri, i Comuni italiani. «Circa il 10% di quanto previsto complessivamente, più o meno 150-160 milioni. Rischiamo anche di creare un danno erariale: i progettisti stanno lavorando in tutta Italia e devono avere il loro compenso».

Dal governo non arrivano repliche, anche se da giorni al ministero dell’Economia si fanno simulazioni per capire come recuperare i finanziamenti tagliati, probabilmente dentro la prossima legge di Stabilità.

Tra le 96 città italiane interessate al blocco dei fondi, c’è anche Caserta, che ieri ha annunciato di voler procedere in tutte le sedi giudiziarie per far valere i propri diritti. «Trasmetteremo la documentazione alla Corte dei Conti per la valutazione di eventuali danni erariali» ha dichiarato il sindaco Carlo Marino. «Il Comune di Caserta ha partecipato ad un bando nazionale che ha vinto grazie al progetto presentato – ha spiegato –. Secondo quanto prevedeva la convenzione, l’ente aveva già la possibilità di spendere i finanziamenti previsti. Con questa scelta scellerata del governo, si ferma la riqualificazione di centri sportivi, di aree per giovani e anziani, si blocca un processo di riqualificazione che avrebbe riguardato tante zone periferiche e degradate della nostra città».
In campo anche i governatori, con il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, che è intervenuto per ricordare come il taglio del Governo colpisca «la città metropolitana di Reggio Calabria e le città di Catanzaro e Cosenza».

Segnali di rivolta analoghi erano arrivati, nei giorni scorsi, da Toscana e Sardegna. «Capisco l’imbarazzo dei primi cittadini di M5s e Lega, ma noi andremo fino in fondo perché siamo infuriati» dice Ricci. Per il sindaco di Milano, Beppe Sala, che si è detto ancora «arrabbiato» con l’esecutivo per quanto successo, «l’Anci dovrebbe fare ricorso. Hanno fatto una cosa che riteniamo illegittima».

Anche Forza Italia mette sotto accusa l’esecutivo, con Stefania Prestigiacomo che parla di «colpo di spugna» e di «scelta scellerata» da parte della maggioranza.

La rabbia di Matera. Il sindaco scrive al premier Conte

(Vito Salinaro) Uno scippo alla città che sta per rappresentare l’Italia quale Capitale europea della cultura 2019. Si sente letteralmente preso in giro il sindaco di Matera, la città dei Sassi, Raffaello De Ruggieri, che sui fondi del Bando periferie faceva affidamento anche per realizzare parte delle opere in programma per l’appuntamento internazionale ormai alle porte. E parla di «danno enorme» in una lettera che indirizza al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, lamentando la portata - non solo economica - dello stop al Bando.

È proprio al 2019 che il Comune ha pensato approvando e inviando a Palazzo Chigi i progetti definitivi del Bando: l’ingresso monumentale di San Vito, la riqualificazione di aree verdi (parco del Castello, Villa comunale, parco Serra Venerdì, villa Cappuccini, parco Pini) e rionali (Piccianello), la realizzazione della Biblioteca Sacco nel rione Spine Bianche, fino agli interventi contenuti nel Piano per le infrastrutture sportive che include anche l’ammodernamento dello stadio "XXI Settembre - Franco Salerno". Senza dimenticare, spiega il primo cittadino, «il Piano della mobilità sostenibile e una serie di interventi finalizzati al coinvolgimento sociale e alla partecipazione dei cittadini alla vita della città». Il tutto per la somma di 24,2 milioni di euro, 13 dei quali coperti dal Bando Periferie.

«Ci troviamo di fronte ad un provvedimento penalizzante – spiega De Ruggieri, avvocato, 82 anni, eletto sindaco nel 2015 a capo di una coalizione di partiti di centrodestra e civiche oggi quasi del tutto dissolta – che non tiene in alcun conto il ruolo di rappresentanza nazionale che questa città si accinge ad avere. Sterilizzando le risorse del Bando periferie, e rinviandone lo stanziamento al 2020, il Governo di fatto cancella una delle poche fonti di finanziamento diretto dello Stato nei confronti della Capitale europea della cultura». E creando un danno immediato. Perché «la mancata disponibilità di copertura finanziaria per programmi già avviati», rischia di «paralizzarli».

Quello che più inquieta, scrive il sindaco nella lettera indirizzata a Conte, «è l’omissione istituzionale operata con una scelta indifferenziata, che disinvoltamente ha ignorato la responsabilità rappresentativa di cui Matera sarà investita nel prossimo anno. È sconcertante rilevare come, in occasioni similari, lo Stato abbia potenziato i flussi finanziari per garantire la conquistata rappresentanza internazionale di un territorio italiano, mentre a Matera vengono sottratte risorse essenziali e impedita l’attuazione di qualificanti interventi urbani. Devo confessarle – evidenzia De Ruggieri nella missiva indirizzata a Conte – che malgrado trionfalismi di rito, il Governo nazionale è stato parsimonioso con l’amministrazione comunale di Matera, assegnando risorse statali dirette per non più di 36 milioni, da cui vanno oggi sottratti i 13 milioni del Bando Periferie». Quindi l’invito ad un incontro "riparatorio" urgente con il premier perché «Matera non meritava un simile trattamento».

Dal 2014, anno in cui è stata proclamata Capitale europea della cultura assieme alla bulgara Plovdiv, la città – primo sito dell’Italia meridionale ad essere inserito nel Patrimonio Unesco (1993) –, è un laboratorio culturale con decine di progetti culturali "cantierizzati" da Comune e Fondazione Matera-Basilicata 2019 mentre si sta provando a far uscire Matera da un lungo isolamento infrastrutturale. Isolamento però che non le ha impedito di attirare flussi turistici che, ogni anno, fanno registrare una crescita a due cifre.

Più in generale, De Ruggieri ritiene che con il blocco del Bando si crei «un ulteriore danno a quei comuni, specie quelli del Sud che sono in difficoltà finanziaria, che non possono disporre di avanzi di amministrazione» da utilizzare per far fronte ad esigenze di primo piano. Da qui la richiesta al presidente del Consiglio di attivarsi «per scongiurare che questo sciagurato provvedimento possa avere una rilevanza così pesante per la città. Mi auguro di poter contare sul sostegno dei parlamentari lucani per far sì che passino le ragioni del Comune che sono quelle della comunità materana e di tutta la Basilicata».

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