mercoledì 23 marzo 2022
Inaugurata la struttura che potrà ospitare fino a 30 piccoli malati e le loro famiglie. Parolin: qui ci si sente come a casa. Enoc: curare anche chi non può essere guarito
A Passoscuro il nuovo centro di cure palliative del Bambino Gesù

Ufficio stampa Bambino Gesù

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Nelle camerette al secondo piano con i pesci alle pareti ci sono già Alisa, Zakhar, Sofia, Maria e Vadym. Sono arrivati da Kiev nei giorni scorsi con gravi patologie e in più con negli occhi le immagini della guerra. Ora per loro è arrivata un po’ di serenità nel nuovo centro di cure palliative che l’ospedale Bambino Gesù ha inaugurato ieri a Passoscuro (Fiumicino), il più grande d’Italia. Ma in questa struttura che oggi conta 20 moduli abitativi (30 a regime), saranno ospitati bambini non guaribili ad alta complessità assistenziale. Ogni stanza è pronta ad accogliere non solo i piccoli pazienti, ma tutta la famiglia, con un angolo cottura e un salottino perché chi sta affrontando la malattia si senta a casa. Dalle finestre si vede il mare e i grandi dipinti alle pareti con le immagini de Il piccolo principe parlano di speranza e di desideri custoditi nel cuore.

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Ecco perché il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, ne sottolinea «l’ambiente familiare, dove non ci si sente in ospedale, ci si sente a casa e la possibilità di avere accanto genitori e fratellini perché questo tipo di malattie non deve isolare, ma creare ancora più solidarietà e vicinanza». Da qui l’auspicio che questa struttura «possa diventare un abbraccio misericordioso per chi vi è accolto e chi vi lavora e sia capace i dare dignità e speranza».

Da sinistra l'assessore D'Amato, il cardinale Parolin, la presidente Enoc e il sindaco di Fiumicino Montino

Da sinistra l'assessore D'Amato, il cardinale Parolin, la presidente Enoc e il sindaco di Fiumicino Montino - Ufficio stampa Bambino Gesù

Tutto questo grazie a una gara di solidarietà iniziata a luglio 2020 con la campagna "Mi prendo cura di te", realizzata dalla Fondazione Bambino Gesù di Roma grazie alla quale sono stati raccolti circa 3 milioni di euro. Fondazione Angelini, Fondo per la filantropia Andreotti e Brusone, Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti, la duchessa Maria Luisa Magistrati Gaetani D’Aragona, Aeronautica militare, Guardia di Finanza, Fondazione Mediolanum, Fgci, Ferrovie dello Stato, Beppe Fiorello con il suo spettacolo all’Auditorium Conciliazione del 20 aprile sono solo alcuni dei donatori che la presidente del Bambino Gesù Mariella Enoc definisce «persone grandi che hanno visto oltre».

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E riferendosi loro, dopo la benedizione della sede del vescovo di Santa Rufina monsignor Gianrico Ruzza, aggiunge: «Chi viene qui capisce che il cuore non vi ha traditi». Il suo ricordo va al «grido di dolore dei genitori di Alfie Evans sentito a Liverpool» quando doveva essere staccato il respiratore al figlio, che ha ispirato il centro perché «i bambini che non possono essere guariti, possono essere comunque curati». Nel rispetto dei genitori, «non facendo accanimento, e non dovendo i bimbi essere costretti a morire se qualcuno lo decide». Ma non chiamatelo hospice, dicono il governatore del Lazio Nicola Zingaretti e l’assessore alla Salute Alessio D’Amato: «È un luogo di cura, accoglienza e solidarietà internazionale».

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