giovedì 24 gennaio 2019
In dimissione il bimbo arrivato da Londra a novembre e sottoposto ad un intervento di cellule omopoietiche da genitore. Locatelli: percorso per ora perfetto, adesso controlli settimanali
Riuscito trapianto di staminali, Alex torna a casa
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Finalmente si torna a casa. Alex, il bimbo affetto da una malattia genetica rara che ha commosso il mondo, può essere dimesso dall'ospedale Bambino Gesù ed è in buone condizioni di salute. Il piccolo paziente affetto da Linfoistiocitosi Emofagocitica (HLH), trasferito a fine novembre al Bambino Gesù di Roma dall'ospedale Great Ormond Street di Londra, e sottoposto il 20 dicembre a trapianto di cellule staminali emopoietiche da genitore, infatti ora sta bene. Le cellule del padre, manipolate e infuse nel bambino di 20 mesi, a distanza di un mese dal trapianto hanno perfettamente attecchito, ripopolando adeguatamente il sistema emopoietico e immunitario del paziente. Nell’arco delle quattro settimane successive al trapianto non si sono registrate complicanze, né sul piano infettivo, né sul piano del rigetto, il problema principale per situazioni di questo tipo. I dettagli dell'intervento verranno resi noti oggi pomeriggio nel corso di una conferenza stampa a cui parteciperà il ministro della Salute Giulia Grillo, il direttore dell'ospedale Mariella Enoc e il direttore del dipartimento di Oncoematologia Franco Locatelli.

Ma le prime parole del medico che ha curato il piccolo Alex sono molto incoraggianti. «Siamo soddisfatti del percorso trapiantologico del bambino, che al momento è stato perfetto» commenta Franco Locatelli, direttore del Dipartimento di Oncoematologia e Terapia Cellulare e Genica. Nelle prossime settimane andrà monitorato accuratamente il completamento del processo di ricostituzione immunologica, così come il persistere di un attecchimento completo delle cellule paterne. I rischi ai quali i pazienti di questo tipo possono andare incontro dopo la dimissione sono principalmente legati allo sviluppo di complicanze infettive. «Per questa ragione il bambino verrà strettamente controllato con periodiche visite presso il nostro reparto di Day hospital - continua - doverosamente premessa questa nota di cautela, non possiamo che essere, allo stato attuale, felici per l’evoluzione di questa vicenda così complessa».

La somministrazione del farmaco salva-vita (emapalumab), che teneva sotto controllo la malattia regolando le reazioni del sistema immunitario, è stata sospesa la scorsa settimana. Perciò nelle prossime ore il bimbo lascerà l'ospedale e per lui si aprirà ora una nuova fase, che come in tutti questi casi prevede visite di controllo in day hospital con frequenza inizialmente settimanale e poi, via, via, sempre più distanziata.

La mobilitazione per salvare Alex

Quando ad ottobre si conobbe la storia di Alex tutto il mondo si mobilitò per trovare un donatore compatibile. Compresa l'Italia in cui nelle piazze ci fu la fila per fare il test di compatibilità con il bambino inglese. Ventitre mila nuovi donatori in soli 2 mesi e mezzo a partire da ottobre. Sono tanti gli italiani che si sono iscritti al registro italiano dei donatori di midollo osseo a seguito della vicenda del piccolo Alex, effettuando il test per reperire un'eventuale compatibilità per il trapianto con il bimbo. Dati sono stati resi noti dal direttore del centro nazionale trapianti Alessandro Nanni Costa durante la conferenza stampa al Bambino Gesù dove Alex è stato operato con un esito positivo. Si tratta, ha sottolineato Costa di un «effetto Alex positivo».




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