domenica 27 giugno 2010
Centinaia i casi di litigio fra coppie miste. Il ministro Frattini denuncia l’aumento di separazioni tra coniugi di diversa nazionalità. «Purtroppo il diritto di famiglia è quello in cui lo spazio unico europeo è lontano dal realizzarsi».
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Il numero dei bambini contesi ha subito purtroppo negli ultimi anni «un aumento esponenziale» e la crescita riguarda soprattutto contenziosi coniugali all’interno dell’Europa. La drammatica constatazione è del ministro degli Esteri, Franco Frattini, che aprendo alla Farnesina i lavori di un seminario organizzato dal Centro studi Family Law in Europe, è tornato a porre l’accento su un fenomeno, che con la crisi della famiglia e l’aumento del numero di separazioni e divorzi tra coniugi di diversa nazionalità, è punteggiato da innumerevoli «situazioni delicate e anche dolorose». Nonostante gli sforzi del ministero degli Esteri (che lavora «con convinzione» alla soluzione dei casi e ha creato un’apposita task force), nonostante l’impegno della rete diplomatica e consolare e del ministro in prima persona, il fenomeno è in costante aumento. Nel 1989 erano solo 89 i casi di bimbi contesi a livello internazionale tra genitori di diversa nazionalità, dilaniati da infinite liti processuali; i casi sono passati a 212 nel 2007, a 248 nel 2008 e a 266 nel 2009. «Ed è l’Europa che registra il maggior numero di bambini contesi, il 60 per cento del totale nel 2009», ha detto il ministro. Dunque, «i bambini non vengono contesi solo tra genitori con marcate differenze di origine culturale o religiosa, ma sempre più all’interno di coppie miste europee», a riprova che «l’osmosi» tra Paesi europei non è «un deterrente».Non solo: il livello di intesa con gli Stati membri Ue non è sempre stato efficacissimo: nel corso degli anni, c’è stata «un’ottima collaborazione con gli amici egiziani» , mentre a livello europeo il dialogo è stato a volte più difficile tanto che Frattini è arrivato a dire che, in alcuni casi, è proprio «l’Europa, la nostra Europa che viola i diritti dei bambini».«Purtroppo - ha osservato il ministro - il diritto di famiglia è quello in cui lo spazio unico europeo è più lontano dal realizzarsi»; e ci sono Paesi che tendono «ad imporre procedure interne complesse, a ostacolare il flusso della normativa europea che di fatto finiscono col dilazionare all’infinito il rimpatrio». La Corte di Giustizia dell’Ue ha svolto un «ruolo-pilota» in diversi contenziosi e in molti casi ha «recepito pienamente la posizione» dell’Italia. Frattini ha citato una controversia con la Slovenia (preannunciando un imminente, ennesimo intervento presso l’ambasciatore sloveno per una bimba, cittadina italiana, sottratta dalla madre slovena nel luglio 2008); un caso aperto con la Lettonia e la vicenda, molto nota, di Martina, la ragazzina oggetto di una controversia tra Italia e Danimarca che si protrae da diversi anni. Per facilitare la composizione dei contenziosi, Frattini ha indicato la strada degli incontri fra le parti e ha ricordato che la Farnesina è «da tempo impegnata sul fronte della prevenzione attraverso un’opera capillare di informazione».
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